Luis
Enrique non ha paura di mostrare l'altra faccia di una persona. La
platea non lo spaventa e si mostra com'è, quindi si manifesta anche
spigoloso, scontroso oppure di cattivo umore. Abbandonò il Real e
andò al Barca, senza eccessivi patemi. Non si pone come un politico,
non si lascia persuadere dall'eufemismo. È oppure vuole essere: crudo. Su Movistar Plus+ sta andando in onda una serie dedicata
all'allenatore. Nel terzo capitolo ha raccontato la storia di sua
figlia. Il 29 agosto del 2019 sulla vita di Luis Enrique e della sua
famiglia si abbatté un dolore immenso e straziante. Ci fu la perdita
di Xana, morta a soli 9 anni a causa di un tumore osseo. A quei tempi
Luis Enrique scrisse: “Ci mancherai, ti ricorderemo ogni giorno,
con la speranza che in futuro ci incontreremo. Sarai la stella che
guida la nostra famiglia”.
Nella puntata racconta senza pudori e con un'emozione intensa, come
ha elaborato un simile lutto: “Posso ritenermi
fortunato o sfortunato? Mi ritengo fortunato, molto fortunato. Mia
figlia Xana è venuta a vivere con noi per 9 meravigliosi anni”.
Sua madre non riusciva a tenere nemmeno una foto, e le disse: “Xana
è viva. Non è con noi sul piano fisico, ma è qui sul piano
spirituale. Ogni giorno parliamo di lei, ridiamo e ricordiamo”.
Il senso della sua riflessione è quello che: “I processi
negativi della vita sono quelli che ti insegnano di più”.
Le immagini evidenziano lui e sua moglie ancora energici e sereni,
parlano di prospettive future e cose da fare. Luis Enrique sorride ed
è sicuro: “Penso che Xana ci veda ancora”.
Si tratta di una testimonianza eccezionale, di un appello vitale, una
sorta di testamento inestimabile.
(Foto Keystone)