CALCIO: NEL RITIRO DELLA NAZIONALE UNDER 21
"Potevamo andare in Europa. La Juve? Un sogno..."
Christopher Lungoyi torna sulla stagione a Lugano e sulla firma con la Juve
Pubblicato il 27.05.2021 13:29
di Luca Sciarini
MARBELLA (Spagna)
Scatta sulla fascia, tenta un dribbling e sorride.
Christopher Lungoyi non sembra stanco, nonostante la lunga e impegnativa stagione con il suo Lugano.
Qui a Marbella, nel ritiro dell'Under 21 di Mauro Lustrinelli, l'attaccante di proprietà della Juventus ha tanta voglia di mettersi in mostra.
Un'occasione, questa prima convocazione, che Christopher non vuole lasciarsi sfuggire.
"Ho trovato un ambiente eccezionale, davvero un bel gruppo, oltretutto composto da giocatori di ottimo livello. Ora ovviamente bisognerà dimostrare sul campo che siamo in grado di fare grandi cose".
La stagione con i bianconeri è stata intensa ma Christopher ha ancora energie da spendere.
"Non sono stanco, sono abituato a dare sempre tutto fino alla fine e in questi giorni voglio dimostrare di potermi meritare questa squadra".
Ci sarà da convincere Lustrinelli. Come sono stati questi primi giorni con lui?
"Mi è sembrato un allenatore veramente formidabile, mi sono subito trovato bene con lui. Oltretutto è stato un attaccante e sono certo che potrà darmi tanti consigli importanti".
Quando si ripensa alla stagione del Lugano, non si può non tornare con il pensiero al punto che è mancato per qualificarsi alla Conference League.
"C'è un pizzico di dispiacere per il quarto posto ottenuto. Noi sappiamo che avremmo potuto fare di più, che la squadra era forte e che un posto in Europa era alla nostra portata".
Cosa vi è mancato?
"Forse alla fine ci siamo rilassati troppo, eravamo anche un po' stanchi e abbiamo perso qualche punto in maniera banale. Poi ci è mancata un po' di efficacia sottoporta: questione anche di mentalità. Purtroppo in qualche occasione abbiamo peccato un po' di cattiveria agonostica, soprattutto vicino alla porta avversaria".
Il presidente Renzetti ha spesso detto che avrebbe preferito un calcio più offensivo.
"Come gioca la squadra lo decide l'allenatore, è lui il capo ed è quello che sceglie i giocatori che poi dovranno seguire la sua strategia. Non dimentichiamo che siamo una squadra "italiana" ed è normale giocare un calcio più difensivo".
A proposito di Italia, il tuo cartellino appartiere alla Juventus, che lo ha valutato tre milioni di franchi.
"Essere di una squadra così importante è una sensazione molto forte. Non dimenticherò mai il giorno in cui sono andato a Torino a firmare il contratto. Era un sogno che diventava realtà. Un'esperienza difficile da descrivere talmente è stata intensa. I tre milioni? Non ci penso, sono tranquillo, sono concentrato unicamente sul mio lavoro. Essere della Juventus è una cosa e giocarci è un'altra: mi rendo conto che vestire quella maglia non sarà facile. Io comunque mi alleno tutti i giorni al massimo con l'obiettivo di riuscirci un giorno".
E della nuova stagione del Lugano cosa pensi? Ci potrebbero essere tanti cambiamenti in vista, tra società e allenatore.
"Sono voci che si sentono da tanto tempo ma non sono preoccupato. Resto tranquillo e focalizzato su ciò che devo fare in campo. Poi sono sicuro che Lugano resterà una società importante e forte. In Ticino mi trovo bene, la città è bellissima e spero di restarci ancora un bel po'".