Non si è parlato di stadio,
nonostante l’assemblea di martedì sia stata portata a una buona conclusione, seppure
tra alti e bassi (applausi, mugugni e rimbrotti, per non parlare di
contestazioni – era stato chiesto addirittura di ‘invalidarla e convocarla, a
nuovo, in gennaio), dopo un’ora e quarantaquattro minuti. Magistralmente
diretta da Luca Zorzi che si è speso in complimenti a destra e a sinistra ma
che nessuno ha ritenuto opportuno ringraziare per la sua coerente, ed
efficiente conduzione. Vabbè, l’insistito applauso finale se lo è sicuramente
guadagnato anche l’ex presidente granata.
Dunque non si è parlato di
stadio. Il vicesindaco Fabio Käppeli che ha portato in sala i saluti
dell’autorità comunale, si è limitato a ringraziare l’Associazione “per il
lavoro che viene fatto”, sottolineando che “quello svolto per i giovani,
è altrettanto importante”.
Brenno Martignoni Polti, che
secondo molti bellinzonesi sta ‘fantasticando’ su un’Arena già dietro l’angolo,
si è detto un po’ sorpreso “che nessuno abbia parlato di questa ‘dinamica’
che, in fondo, tiene banco non solo in città, ma in tutto il cantone. Vorrà
dire che provvederemo a fare un’assemblea apposita per parlare dello stadio”.
Ricordiamo che per il sindaco Mario Branda è fuori di testa pensare a un
investimento multimilionario, pur non escludendo che “se la squadra dovesse
arrivare alla promozione in Super League, si porrebbe da parte del Municipio il
tema di una modifica della struttura” (cfr. ecodellosport, novembre 2023).
Niente stadio nuovo, quindi, neanche con il Bellinzona in SL. Se mai una
ristrutturazione del vecchio Comunale, stadio attrattivo per la sua bellezza
esterna (è sotto i castelli UNESCO), per la sua posizione e praticità (è a 5
minuti dalla stazione FFS e dal centro), ma diventato negli anni (ne sono trascorsi
quasi 78) obsoleto (la tribunetta, per le riprese televisive, in tubolari è un
pugno nell’occhio, pista d’atletica allargata che rende ‘invisibili’ alcuni
settori del terreno da gioco, specialmente dalla tribuna, settore ospiti da
trincea – da lì non si vede proprio nulla, tabellone posizionato in modo che
gli spettatori sono costretti a girare continuamente la testa, come succedeva ai
tempi del ‘Cinerama’ - al punto da lasciare lo stadio con il torcicollo).
Parliamo di cose più recenti.
Martignoni Polti ci tiene a precisare che “l’ACB è una società storica, non
si chiama FC, ma AC e questo è un elemento associativo per cui tutti, pagando
una tassa che non è neanche grande, possono partecipare all’assemblea e dire la
loro”. Un appuntamento importante che è anche un approccio diretto alla
società: “Magari non ne convocheremo più soltanto due all’anno, ma quattro o
cinque in modo che si possa discutere amichevolmente, e a lungo, del calcio che
tanto amiamo”. A fronte di un paio o tre di interventi discutibili ha
reagito così: “Non entro nelle questioni tecniche, sono molto infastidito
dal fatto che vengo tacciato come membro della SA, come qualcuno che arriva da
chissà dove. Dal 17 giugno mi sto occupando giornalmente, quasi a tempo pieno,
dell’ACB. E lo faccio senza percepire un centesimo. Chiedo a questa sala chi
prima di me ha svolto il lavoro che sto facendo io”. Sui contrasti nati con
Pamela Colombo Heller, che era stata sollecitata a rimanere in carica sino a
gennaio 2025 in vista di una nuova assemblea, il presidente ha risposto picche:
“Ci siamo trovati, abbiamo discusso, le abbiamo spiegato che il nostro non è
il ‘progetto’ di Pablo Bentancur e non è il progetto della SA, ma il progetto
di fare vivere l’ACB con la città e con la piazza. Ebbene, Pamela il giorno
dopo mi ha mandato la lettera delle sue dimissioni. Le avevo ugualmente chiesto
se era disponibile ad andare avanti, mi ha risposto che le sue dimissioni erano
irrevocabili”.
Insomma, l’assemblea al
contrario di quanto abbiamo sentito e anche letto, non è stata tutta rosa e
fiori… Al punto che Brenno si è visto costretto a mettere qualche altro puntino
sulle ‘i’: “Sono contento che Pablo abbia preso la parola (applauditissimo,
ndr). Una parola, la sua, che viene da una persona, un investitore che ha anche un
grandissimo cuore”.
È finita con il tintinnare di
calici, pacche sulle spalle e un buffet dove ci si sente un po’ tutti affamati…
Brenno, è soddisfatto di
quanto è stato deciso?
“Senz’altro, il nostro è un
progetto importante. Una tappa fondamentale in quanto non si tratta di un punto
di arrivo, bensì di partenza”.
A prescindere dal suo
successo personale non c’è qualcosa che le dà qualche ‘pensiero’?
“Beh, sulle dinamiche
dell’Associazione mantengo qualche riserva perché ho l’impressione che qualcuno
non ha giocato secondo il fair play”.
Non ha percepito
dell’ingratitudine da parte di alcuni soci?
“A questo punto penso sia
giusto dirlo. L’intervento di Pablo è stato molto emozionale e anche molto
diretto. Bentancur ci sta mettendo del suo, ne sono felice. Anche il mio intervento è da considerare nella stessa misura emozionale. Fondamentalmente è
però vero che un messaggio di gratitudine non c’è stato, né per Pablo, né per
me. È comunque finita in allegria, con il biscione…”.
Si è parlato tanto di
giovani e poco della prima squadra che veleggia ai primi posti di Challenge
League. Che ne dice?
“Questa è una cosa che deve
andare a doppio mandante. C’è una SA, c’è una prima squadra, ci sono degli
atleti e ci sono degli allenatori. Questi devono interagire con i giovani: tra
loro c’è chi fa calcio per hobby e poi non lo farà più nella propria vita. Ma
c’è anche chi può essere un talento e arriverà ad affacciarsi al mondo del
calcio professionistico. Parlo del ragazzo che ha questa opportunità di
svilupparsi e di stare su una piazza dove questa realtà è condivisa”.
Chiudiamo con il Torneo
U19, altro punto dolente. Una ‘rassegna’ che è stata accantonata in modo
inspiegabile, adducendo motivi finanziari:
“Questo è proprio uno dei temi sui quali c’è stata divergenza con chi ci ha preceduti. Il nuovo comitato ritiene questa bellissima manifestazione una peculiarità di Bellinzona che va mantenuta e rimanga un evento ricorrente. Bisogna ovviamente fare il passo secondo la gamba, magari nel 2025 organizzeremo un’edizione un po’ ridotta, ma ‘essenziale’ per continuare a marcare presenza”.
“Questo è proprio uno dei temi sui quali c’è stata divergenza con chi ci ha preceduti. Il nuovo comitato ritiene questa bellissima manifestazione una peculiarità di Bellinzona che va mantenuta e rimanga un evento ricorrente. Bisogna ovviamente fare il passo secondo la gamba, magari nel 2025 organizzeremo un’edizione un po’ ridotta, ma ‘essenziale’ per continuare a marcare presenza”.
Brenno Martignoni Polti, come
si può vedere, preferisce lasciare parlare i fatti. Quello che colpisce in lui
è la sua modestia, la sua semplicità, il suo calore umano. Della sua passione
per l’ACB non ha mai fatto mistero: “Il mio cuore batte granata da sempre,
non solo dalla trionfale promozione del 2008 in Super League che ho salutato in
prima persona (da sindaco, ndr) all’Espenmoos di San Gallo”.
Nitida l’impronta che ha già
lasciato, in questi pochi mesi, nell’Associazione Calcio Bellinzona di cui è
ora presidente a tutti gi effetti. Che noi speriamo duratura e ricca di
soddisfazioni.
(Foto ENLA)