CALCIO
La parola di Pablo viene dal cuore
Brenno Martignoni Polti sottolinea l’intervento ‘emozionale’ del patron all’assemblea
Pubblicato il 17.10.2024 07:59
di Enrico Lafranchi
Non si è parlato di stadio, nonostante l’assemblea di martedì sia stata portata a una buona conclusione, seppure tra alti e bassi (applausi, mugugni e rimbrotti, per non parlare di contestazioni – era stato chiesto addirittura di ‘invalidarla e convocarla, a nuovo, in gennaio), dopo un’ora e quarantaquattro minuti. Magistralmente diretta da Luca Zorzi che si è speso in complimenti a destra e a sinistra ma che nessuno ha ritenuto opportuno ringraziare per la sua coerente, ed efficiente conduzione. Vabbè, l’insistito applauso finale se lo è sicuramente guadagnato anche l’ex presidente granata.
Dunque non si è parlato di stadio. Il vicesindaco Fabio Käppeli che ha portato in sala i saluti dell’autorità comunale, si è limitato a ringraziare l’Associazione “per il lavoro che viene fatto”, sottolineando che “quello svolto per i giovani, è altrettanto importante”.
Brenno Martignoni Polti, che secondo molti bellinzonesi sta ‘fantasticando’ su un’Arena già dietro l’angolo, si è detto un po’ sorpreso “che nessuno abbia parlato di questa ‘dinamica’ che, in fondo, tiene banco non solo in città, ma in tutto il cantone. Vorrà dire che provvederemo a fare un’assemblea apposita per parlare dello stadio”. Ricordiamo che per il sindaco Mario Branda è fuori di testa pensare a un investimento multimilionario, pur non escludendo che “se la squadra dovesse arrivare alla promozione in Super League, si porrebbe da parte del Municipio il tema di una modifica della struttura” (cfr. ecodellosport, novembre 2023). Niente stadio nuovo, quindi, neanche con il Bellinzona in SL. Se mai una ristrutturazione del vecchio Comunale, stadio attrattivo per la sua bellezza esterna (è sotto i castelli UNESCO), per la sua posizione e praticità (è a 5 minuti dalla stazione FFS e dal centro), ma diventato negli anni (ne sono trascorsi quasi 78) obsoleto (la tribunetta, per le riprese televisive, in tubolari è un pugno nell’occhio, pista d’atletica allargata che rende ‘invisibili’ alcuni settori del terreno da gioco, specialmente dalla tribuna, settore ospiti da trincea – da lì non si vede proprio nulla, tabellone posizionato in modo che gli spettatori sono costretti a girare continuamente la testa, come succedeva ai tempi del ‘Cinerama’ - al punto da lasciare lo stadio con il torcicollo).
Parliamo di cose più recenti. Martignoni Polti ci tiene a precisare che “l’ACB è una società storica, non si chiama FC, ma AC e questo è un elemento associativo per cui tutti, pagando una tassa che non è neanche grande, possono partecipare all’assemblea e dire la loro”. Un appuntamento importante che è anche un approccio diretto alla società: “Magari non ne convocheremo più soltanto due all’anno, ma quattro o cinque in modo che si possa discutere amichevolmente, e a lungo, del calcio che tanto amiamo”. A fronte di un paio o tre di interventi discutibili ha reagito così: “Non entro nelle questioni tecniche, sono molto infastidito dal fatto che vengo tacciato come membro della SA, come qualcuno che arriva da chissà dove. Dal 17 giugno mi sto occupando giornalmente, quasi a tempo pieno, dell’ACB. E lo faccio senza percepire un centesimo. Chiedo a questa sala chi prima di me ha svolto il lavoro che sto facendo io”. Sui contrasti nati con Pamela Colombo Heller, che era stata sollecitata a rimanere in carica sino a gennaio 2025 in vista di una nuova assemblea, il presidente ha risposto picche: “Ci siamo trovati, abbiamo discusso, le abbiamo spiegato che il nostro non è il ‘progetto’ di Pablo Bentancur e non è il progetto della SA, ma il progetto di fare vivere l’ACB con la città e con la piazza. Ebbene, Pamela il giorno dopo mi ha mandato la lettera delle sue dimissioni. Le avevo ugualmente chiesto se era disponibile ad andare avanti, mi ha risposto che le sue dimissioni erano irrevocabili”.
Insomma, l’assemblea al contrario di quanto abbiamo sentito e anche letto, non è stata tutta rosa e fiori… Al punto che Brenno si è visto costretto a mettere qualche altro puntino sulle ‘i’: “Sono contento che Pablo abbia preso la parola (applauditissimo, ndr). Una parola, la sua, che viene da una persona, un investitore che ha anche un grandissimo cuore”.
È finita con il tintinnare di calici, pacche sulle spalle e un buffet dove ci si sente un po’ tutti affamati…
Brenno, è soddisfatto di quanto è stato deciso?
“Senz’altro, il nostro è un progetto importante. Una tappa fondamentale in quanto non si tratta di un punto di arrivo, bensì di partenza”.
A prescindere dal suo successo personale non c’è qualcosa che le dà qualche ‘pensiero’?
“Beh, sulle dinamiche dell’Associazione mantengo qualche riserva perché ho l’impressione che qualcuno non ha giocato secondo il fair play”.
Non ha percepito dell’ingratitudine da parte di alcuni soci?
“A questo punto penso sia giusto dirlo. L’intervento di Pablo è stato molto emozionale e anche molto diretto. Bentancur ci sta mettendo del suo, ne sono felice. Anche il mio intervento è da considerare nella stessa misura emozionale. Fondamentalmente è però vero che un messaggio di gratitudine non c’è stato, né per Pablo, né per me. È comunque finita in allegria, con il biscione…”.
Si è parlato tanto di giovani e poco della prima squadra che veleggia ai primi posti di Challenge League. Che ne dice?
“Questa è una cosa che deve andare a doppio mandante. C’è una SA, c’è una prima squadra, ci sono degli atleti e ci sono degli allenatori. Questi devono interagire con i giovani: tra loro c’è chi fa calcio per hobby e poi non lo farà più nella propria vita. Ma c’è anche chi può essere un talento e arriverà ad affacciarsi al mondo del calcio professionistico. Parlo del ragazzo che ha questa opportunità di svilupparsi e di stare su una piazza dove questa realtà è condivisa”.
Chiudiamo con il Torneo U19, altro punto dolente. Una ‘rassegna’ che è stata accantonata in modo inspiegabile, adducendo motivi finanziari:
“Questo è proprio uno dei temi sui quali c’è stata divergenza con chi ci ha preceduti. Il nuovo comitato ritiene questa bellissima manifestazione una peculiarità di Bellinzona che va mantenuta e rimanga un evento ricorrente. Bisogna ovviamente fare il passo secondo la gamba, magari nel 2025 organizzeremo un’edizione un po’ ridotta, ma ‘essenziale’ per continuare a marcare presenza”. 
Brenno Martignoni Polti, come si può vedere, preferisce lasciare parlare i fatti. Quello che colpisce in lui è la sua modestia, la sua semplicità, il suo calore umano. Della sua passione per l’ACB non ha mai fatto mistero: “Il mio cuore batte granata da sempre, non solo dalla trionfale promozione del 2008 in Super League che ho salutato in prima persona (da sindaco, ndr) all’Espenmoos di San Gallo”.
Nitida l’impronta che ha già lasciato, in questi pochi mesi, nell’Associazione Calcio Bellinzona di cui è ora presidente a tutti gi effetti. Che noi speriamo duratura e ricca di soddisfazioni.
(Foto ENLA)