OFFSIDE
La Nations League non è credibile
Un torneo senza la goal-technology è poco più di una competizione amichevole
Pubblicato il 17.10.2024 08:28
di L.S.
Un furto. La Svizzera è stata scippata. Sì, forse quella partita con la Danimarca si poteva vincere. Il pallone calciato dalla bandierina del corner da Ugrinic (sul 2 a 2) non era uscito. Questo almeno è ciò che si deduce dalle immagini che circolano in internet.
Il segnalinee (anzi, il collaboratore) tentenna un po’ prima di alzare la bandierina. Quando lo fa, Amdouni ha già messo da un pezzo il pallone in rete. Difficile capire come il guardalinee (ma sì, chiamiamolo anche così) possa avere la certezza che quel pallone sia effettivamente uscito. Cosa avrà pensato rivedendo le immagini? Sarebbe bello chiederglielo.
Nations League compromessa? Praticamente sì. Ora bisogna puntare unicamente alla salvezza, e non sarà nemmeno facile. Anche in caso di retrocessione, probabilmente, saremo testa di serie ai sorteggi per i Mondiali, ma finire nel gruppo B non è certo una bella medaglia da sfoderare.
La verità è che questa Nations League è stata a dir poco sfortunata a livello arbitrale. Contro la Spagna ci sono stati almeno 3 episodi discutibili: un altro gol (sì, un altro gol simile) annullato per un pallone che anche in quell’occasione sembrava in campo. Senza contare un fallo di mano degli spagnoli in area e la parata di Kobel che secondo gli arbitri è stata effettuata oltre la linea di porta (ma anche qui, poche certezze). E cosa dire del discusso cartellino rosso in Danimarca a Elvedi?
Tutti episodi che ci sono stati contrati. Mai una botta di fortuna. Mai.
La goal-technology non viene utilizzata in Nations League? Allora è giusto dire che questa manifestazione è poco di un torneo amichevole. Voleva sostituire le amichevoli? Diciamo che non si distanzia molto. Anzi, è praticamente un copia-incolla.
Qualcuno potrebbe dire che c’è comunque il VAR. Vero, ma il VAR, per un protocollo tortuoso di cui abbiamo già parlato, può intervenire soltanto se l’errore è clamoroso o comprovato.
E così, di questo passo, avanti con questi “piccoli” errori, che tanto piccoli non sono.
E chi ci rimette, alla fine, siamo sempre noi.