CALCIO
I 10 d’Argentina non si spengono mai
Buenos Aires è incantatrice, e il ragazzino che viene da Rosario lo sa
Pubblicato il 17.10.2024 10:06
di Giorgio Genetelli
Quando il ragazzino entra nel Monumental forse si impressiona. Non ha esperienze con la maglia dell’Argentina, lo conoscono in pochi, vive in America dove gioca in un campionato di seconda classe. Il campo del River Plate è sconfinato, una pampa con linee lontanissime, l’avversario è la Bolivia, il pubblico è una marea. Il c.t. Scaloni lo manda in campo subito, nella squadra che è campione del mondo, è un match per qualificarsi ai Mondiali del ’26. Chissà cosa passa nella testa di quel ragazzo, con la maglia numero 10 che il Pibe de Oro ha appesantito di mille tonnellate per tutti gli altri indossatori.
Buenos Aires è incantatrice, e il ragazzino che viene da Rosario lo sa e potrebbe cadere ai suoi piedi. Invece accade il contrario. La partita comincia e lo vedi quel Dieci, che caracolla in attacco e sembra pervaso dallo spirito della maglia magica. È mancino, anche lui. I compagni per ora non lo cercano, ma poi gli arriva un pallone sporcato da un rimpallo, lo conduce fino nei sedici e tira, a filo del palo. Gol numero 1. Il Monumental ruggisce, forse rivede Diego, imprigionato dalle magie. Ma aspettiamo dai.
Nemmeno al ragazzo basta, e allora regala due passaggi per mandare in gol i compagni e poi ne segna altri due lui, uno di destro. Ora il nome comincia a correre sulle labbra, non più Diego, ma Lionel, Lionel Messi.
I numeri 10 d’Argentina non si spengono mai.
(Foto Keystone)