HOCKEY
“Stay at home” o “quarterback”?
Dahlström mancherà al Lugano, anche se per qualcuno non è il difensore giusto
Pubblicato il 17.10.2024 18:42
di Alessandro Tamburini
Carl “Calle” Dahlström sarà fuori per due settimane. A molti scettici non mancherà, al Lugano sì. Certo, resta nella mente l’errore a Bienne, ma personalmente mi resta nella mente pure il ministro della difesa visto a Losanna nel miglior Lugano degli ultimi 5 anni.
Leggo, sento, spesso, anche opinionisti di grande caratura, che non è il “quarterback” che i bianconeri cercavano. Errore totale, perché il Lugano cercava un difensore “stay at home”, una sorta di Jason York. Perché il canadese fu uno degli artefici primari dell’ultimo titolo nel 2006, non solo Nummelin e chi faceva reti e punti.
Dunque facciamo un tuffo nel passato. Ad oggi Joey LaLeggia conta zero partite in questo campionato. È in Svezia, spera di avere un contratto. Ma per il momento, “niente, nada”. Oliwer Kaski gioca nell’HV71 (una delle possibili mete di LaLeggia). Una partita, zero punti. Lukas Klok gioca nella KHL col Neftekhmik Nizhnekams. 16 partite, zero gol. Atte Ohtamaa gioca col Kärpät Oulu. 12  partite, 0 gol. Taylor Chorney ormai si è ritirato come tutti i suoi predecessori in maglia bianconera.
Resta un nome, perché tutti coloro citati sono sommati a quota zero reti ad oggi nei loro percorsi. Il nome è Tim Heed, che fa le fortune dell’Ambrì Piotta. E forse qua “s’infiltra” (legittimo) nel tifoso bianconero il dubbio. È un difensore “stay at home” che ci serve od un “quarterback”? La risposta la devono dare Aebischer ed Alatalo sul ghiaccio. Fuori da esso, è già stato eliminato il terzo “indizio”: Calle Andersson. 
(Foto Keystone/Gianinazzi)