CALCIO
"Cambio generazionale, ci vuole pazienza"
Régis Rothenbühler parla del momento della nazionale rossocrociata
Pubblicato il 18.10.2024 09:25
di L.S.
La Nations League fa ancora discutere. Certo, adesso è il momento di pensare ai vari campionati, ma gli strascichi di queste prime quattro partite ci inseguiranno sino a novembre, quando gli elvetici disputeranno le ultime due sfide contro Serbia e Spagna. L’obiettivo ormai è uno solo: evitare la retrocessione nel gruppo B.
Régis Rothenbühler, ex nazionale, ci aiuta a fare un po’ di chiarezza in tutto quello che è successo e sta accadendo in seno alla nostra nazionale.
Régis, partiamo dal gol annullato a Amdouni. Le immagini sembrano piuttosto chiare:
“Sì, in effetti la palla non sembra essere uscita sul corner di Ugrinic. È vero che tutti sapevano che non c’era la goal-technology e che dunque si sarebbe anche potuto sbagliare, ma a dare fastidio è soprattutto il modo in cui è stato annullato il gol. Il guardalinee non è nemmeno sulla linea di fondo, dunque non è in riga con il pallone. Praticamente non vede la traiettoria della palla, la interpreta soltanto. E questo ovviamente non va bene…”.
Al di là dell’ingiustizia subita, un punto in quattro partite è pochino, no?
“A livello numerico senza dubbio. Dobbiamo però pensare che stiamo assistendo a un cambio generazionale. Oggi ci sono giocatori che sono in nazionale perché alcuni “vecchi” gli hanno lasciato il posto. Sono elementi che devono ancora dimostrare di meritare la nazionale. Una convocazione non significa che si è arrivati: ora devono continuare a crescere con il proprio club”.
Sei ottimista?
“Dico soltanto che adesso è normale che non siano pronti. Bisogna sperare che possano crescere e dare il contributo che ci aspettiamo. Altrimenti sarà dura e difficile rivedere la squadra che abbiamo ammirato negli ultimi anni”.
Subiamo troppi gol: tu che sei un difensore, cosa pensi?
“Sono gol tutti un po’ diversi. Ogni tanto sono errori individuali, come il primo contro la Danimarca, mentre nel secondo gol subito martedì siamo in sette nella nostra area di rigore, ma non siamo sufficientemente reattivi. Però, più che reattivi, è importante essere attivi, perché ciò aiuta ad anticipare le situazioni. Dobbiamo, tra l'altro, anche tenere in considerazione il fatto che avevamo una difesa molto rimaneggiata”.
Non c’è anche dell’altro?
“Come ho detto, forse siamo poco reattivi: basta vedere sul secondo gol con la Danimarca, Garcia o Ugrinic, che non riescono a reagire. Garcia nel Marsiglia gioca poco, mentre Ugrinic era appena entrato. Sono cose che possono accadere…”.
Si è parlato tanto anche di Kobel:
“Contro la Danimarca ha effettuato due parate incredibili, non capisco cosa potesse fare di più. È ovvio che abbia delle qualità diverse rispetto a Sommer: credo che si debba lasciargli il tempo necessario e non metterlo subito alla berlina”.
A questo punto però si rischia la retrocessione:
“Siamo nel gruppo A ed è normale che si affrontino le squadre più forti. Bisogna avere pazienza e tenere in considerazione il fatto che si possano perdere delle partite”.
Preoccupato per le qualificazioni Mondiali?
“No, anche se mi rendo conto che molto dipenderà anche da come usciremo da questa Nations League. Questa squadra deve crescere ancora e la speranza che in questi mesi i giocatori possano acquisire esperienza, fiducia e automatismi. Bisogna mettere da parte le polemiche e pensare al bene della nostra nazionale e del nostro calcio”.
(Foto Keystone)