CALCIO
Se arbitra una donna...
Forti critiche all'arbitraggio di Grundbacher e al VAR dopo la partita Yverdon-Lugano
Pubblicato il 21.10.2024 07:49
di L.S.
Il Lugano ha giocato male e ha perso a Yverdon. Si potrebbe anche chiuderla qui, e in fondo, andrebbe bene così. Per una volta.
Poco mordente, pochissime idee e tanta approssimazione. Quasi rassegnazione. Difficile da capire.
Queste sono le critiche, meritatissime, alla squadra, autrice forse della peggior prestazione dell’era Croci-Torti.
Poi c’è un… però. La prestazione degli arbitri. E con arbitri si intende naturalmente la quaterna e il VAR. Quattro donne e il signor Fähndrich dietro il monitor.
È la settimana dell’arbitraggio e forse, diciamo forse, la Lega ha voluto celebrare l’appuntamento con una designazione storica: un quartetto tutto femminile. Era la prima volta che capitava.
Hanno scelto Yverdon-Lugano, e non YB-Lucerna o Basilea-San Gallo. Chissà perché.
Fatto sta che, alla luce di ciò che abbiamo visto, la direzione di gara è stata a dir poco insufficiente. Per non dire imbarazzante.
La signora Grundbacher è apparsa completamente smarrita e in balìa degli eventi.
E, giusto dirlo, nemmeno ben aiutata dal VAR. Il rigore non assegnato per fallo su Steffen e un chiaro fallo di mani che ha interrotto una promettente azione da gol, gridano vendetta.
VAR che invece è intervenuto puntualmente sul fallo da rigore di Mahou. Per carità, fallo giusto e ingenuo, ma si era mai visto un giallo per simulazione trasformato in rigore? A memoria d’uomo, probabilmente no.
Il dibattito, forse delicato ma inevitabile, a questo punto si apre. Giusto che una donna arbitri una partita maschile di questo livello?
Ci si potrebbe chiedere, perché le donne finora non hanno mai arbitrato le finali di Champions League o di un Mondiale (ovviamente maschili)?
La risposta non sta naturalmente nelle capacità tecniche, ci mancherebbe altro. No, l’eventuale risposta potrebbe risiedere nelle qualità fisiche che partite come quelle maschili (e quella di ieri, oltretutto, è stata giocata a ritmi piuttosto bassi) richiedono e che potrebbero incidere anche sulla lucidità al momento di prendere delle decisioni in un tempo ristretto. E forse anche in una forza caratteriale (o chiamatela personalità) che non è facile sfoggiare, soprattutto quando si ha a che fare con un ambiente tutto maschile un po' "eccitato" dall'agonismo della partita. Sarà un caso, ma i due cartellini gialli presi quest'anno da Croci-Torti, sono tutti e due firmati Grundbacher.
Qualcuno dirà che il VAR è stato creato apposta per porre rimedio agli errori arbitrali. Certo, ma ne conosciamo tutti il protocollo, con vantaggi e svantaggi. La prima impressione, quella di chi dirige la partita sul campo, deve restare la più importante, se non si vuole che anche gli arbitri si trasformino in quello che sono ormai diventati i guardalinee (chiamati adesso collaboratori).
Non è una questione di maschilismo naturalmente, è semplicemente una considerazione che va fatta a questi livelli. Una domanda che ci si può porre, senza naturalmente urtare la suscettibilità di nessuno.
Perché se è vero che il calcio è sempre più veloce e gli atleti sempre più forti e rapidi, allora è chiaro che una donna possa andare incontro a certe difficoltà. 
(Foto Keystone)