Neymar è
attualmente il calciatore più bravo e importante del Brasile. Non guadagna
quanto Cristiano Ronaldo o Messi ma non è molto distante; non ha vinto quanto i
primi due, tuttavia in futuro spera di condurre la Seleçao alla conquista di
quel Mondiale che manca ormai dal 2002. Si fregerebbe, se così fosse, di un
titolo che agli altri due “extra terrestri” manca, eccome. Le sue doti calcistiche non si discutono: nel
“pais do futebol” è stato spesso accostato al grande Pelé: soprannominato O Ney
per l’assonanza con O Rei (il soprannome di Edson Arantes do Nascimento)
l’attaccante del PSG è stato anche ballerino, attore e rapper. Famosa, a tal
proposito, la versione live del tormentone carioca “Ai se eu te pego” al fianco
di Michel Telò, idolo delle teenager brasileire. Le donne, poi, impazziscono
per il talentuoso campione di Santos: si narra che ne abbia già avute oltre un
migliaio. Brune, bianche, mulatte; modelle, attrici e impiegate. Certo: non è uno stinco di santo, il numero 10
della Seleçao: in passato è stato accusato di molestie sessuali e pure di
stupro (è stato assolto ma il dubbio che abbia pagato sotto banco la vittima è
tuttora oggetto di inchieste e polemiche). Ma è anche un cafone patentato e un
provocatore, un interprete della pelota che non rispetta gli avversari e appena
può li sbeffeggia. Se possibile anche un disonesto: le sue sceneggiate in campo
e i suoi “tuffi” hanno irritato anche i tifosi brasiliani, che non amano questi
atteggiamenti. Gli amici e i giornalisti che lo seguono da anni sostengono che
il suo lato peggiore l’abbia ereditato dal padre (Neymar senior). Per capirne
di più: l’incauto genitore lo convinse ad inserire una clausola speciale nel
suo primo contratto con il Barcellona che prevedeva delle notti di sesso con
una prostituta. Cose mai viste.
Ma è
soprattutto un protervo O Ney. La festa organizzata sul litorale carioca, e
alla quale hanno partecipato quasi 500 persone, dimostra l’arroganza e la
presunzione di un personaggio che non ha rispetto per nessuno. La fama, la popolarità
e i soldi (tanti) finiti sul suo conto bancario lo hanno convinto di essere un intoccabile;
un dio in terra, “voglio, posso, comando”, per il quale le regole in tempo di
pandemia sono carta straccia. In un paese in cui, oltretutto, il coronavirus continua
a mietere impietosamente delle vittime. Stamattina il bollettino quotidiano del
Ministero della Sanità annunciava 57 mila contagi in più rispetto a ieri e
oltre mille decessi! Per un totale di 7 milioni e 675 persone colpite dal
Covid-19 e oltre 100 mila morti dall’inizio della pandemia. Drammatico. Ma
questi numeri, sostiene l’Organizzazione per i diritti umani, non
corrisponderebbero alla realtà, perché lo stato non tiene conto dei poveracci
che vivono nelle favelas di Rio o nei tuguri di Sao Paulo.
Eppure malgrado
l’emergenza e i continui appelli delle autorità al rispetto delle distanze
sociali e all’uso della mascherina, c’è chi come Neymar non ha appunto capito la
tragicità della situazione e se ne fa un baffo delle norme anti-virus. Qualcuno
ha per altro ricordato che il primo a violare le leggi sanitarie è proprio il
presidente Jair Bolsonaro, per il quale l’attaccante
brasiliano ha fatto campagna ai tempi delle elezioni presidenziali. Il mal
esempio, insomma, vien dall’alto. E ci fermiamo qui. Per saperne di più su
Bolsonaro vi rimandiamo ai siti e ai giornali che si occupano di politica.