Il calcio di rigore compie 130 anni
La massima punizione
11 metri di un’attesa spasmodica  
Pubblicato il 03.06.2021 12:41
di Angelo Lungo
11 metri è la distanza: tra lo zero e l’infinito, tra il parossismo del gol per l’attaccante e l’esultanza smisurata per la parata del portiere.
È la massima punizione nel football. Porta che si restringe per chi tira e si allarga per chi deve respingere. È la sfida tra due giocatori. Uno spaccato di vita: drammatico, teso.
Il 2 giugno del 1891, in un albergo di Glasgow, l’IFBA, l’organismo che può cambiare il regolamento del gioco del calcio, decide di inserire la regola del penalty.
“se un giocatore intenzionalmente sgambetta o trattiene un giocatore avversario oppure colpisce deliberatamente la palla con la mano al di qua della linea distante 12 yards dalla linea di porta, l’arbitro, anche su richiesta, potrà concedere alla squadra che ha subito il fallo un calcio di rigore (letteralmente penalty kick)…”
Il rigorista è uno specialista e un condensato di tecnica e freddezza.
Alcuni hanno statistiche impressionanti.
Il messicano Cuauhtémoc Blanco su 73 ne ha segnati 71.
Lo scozzese Graham Alexander su 83 ne ha segnati 77.
L’inglese Matt Le Tissier su 50 ne ha segnati 49.
Rigoristi implacabili anche Van Basten, Romario, Maradona e Zico.
Un calcio ai numeri.
La storia propone episodi epici.
Il limone di Lorenzi.
16 ottobre 1957 in scena il derby di Milano. Inter in vantaggio, a pochi secondi dalla fine Concetto Lo Bello fischia un rigore per i rossoneri. Proteste e marasma. Il centravanti dell’Inter Benito Lorenzi detto “Veleno”, si fa dare un limone dal massaggiatore, lo succhia e non visto lo piazza sul dischetto sotto il pallone. Tira Cucchiaroni, esecuzione sbagliata.
Il cucchiaio di Panenka.
20 giugno 1976 a Belgrado si gioca la finale dell’Europeo tra la Germania Ovest e la Cecoslovacchia. Parità durante i tempi regolamentari e dopo i supplementari. Si va alla lotteria dei rigori. Segnano tutti. Il tedesco Honess fallisce il quarto. È il turno di Panenka. Lunghissima rincorsa. Ecco il tocco felpato, pallone accarezzato, la sfera morbida plana in rete al centro, con il portiere accartocciato su un lato.
La buca di Maspero.
14 ottobre del 2001 derby della Mole. Juve in vantaggio di 3 gol, ma i granata rimontano clamorosamente. Mancano due minuti alla fine, l’arbitro decreta, tra le proteste del Toro, un rigore per i bianconeri. Discussioni serrate: Riccardo Maspero, di professione centrocampista, nei pressi del dischetto scava una buca, vangando il terreno con i tacchetti. Calcia il cileno Salas, pallone in curva.
Scrive De Gregori: “Ma Nino non aver paura, di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari, che si giudica un giocatore”.