CALCIO: PARLA L'EX PORTIERE DELL'AC BELLINZONA
"Ricordo Giulini con affetto, spiace per com'è finita"
Swen Koenig, ex portiere granata, ora nell'Under 21, ricorda anche i suoi anni in Ticino
Pubblicato il 04.06.2021 04:37
di Luca Sciarini
I due anni trascorsi a Bellinzona non li dimenticherà tanto facilmente, anche se poi il finale, come tutti sanno, è stato sportivamente drammatico.
Dopo l'esperienza granata, andò una stagione all'Aarau e poi capì, a soli 29 anni, di voler mettere la parola fine alla sua carriera.
Gli stimoli iniziavano a mancare, la concorrenza era sempre più agguerrita e forse inconsciamente c'era la voglia di intraprendere una nuova strada.
Quella che qualche anno dopo lo ha portato ad essere il preparatore dei portieri nella nazionale svizzera Under 21 di Lustrinelli.
La storia della "strana" carriera di Swen Koenig è tutta da raccontare.
"Dopo il fallimento dei granata andai ad Aarau ma presto capìi che ormai avevo ancora poco da dare. L'allenatore Weiler non impiegava tantissimo, anche perchè forse non avevo più il livello adeguato. Mi piaceva insegnare ai giovani portieri e l'idea di diventare un giorno preparatore mi affascinava. Così ho convertito il secondo anno di contratto da portiere con il ruolo da preparatore. La mossa che mi ha cambiato la vita".
Non fu strano restare allenatore nella stessa squadra?
"Un po' sì, anchè perchè con il collega Mall eravamo in concorrenza per un posto in squadra fino al giorno prima e poi sono diventato suo allenatore. Tra di noi comunque c'è sempre stato un bel rapporto e soprattutto un grande rispetto".
Il calcio è la sua vita e non ha mai pensato di lasciarlo.
"Sono sempre stato un tipo molto riflessivo e volevo restare assolutamente nel mondo del calcio. Dopo tutte le esperienze, belle e brutte che ho avuto nella mia carriera, ho pensato che avrei potuto trasferire un po' di questa esperienza ai più giovani".
Nella Under 21 di Lustrinelli si trova benissimo.
"L'ambiente è stupendo, oltretutto con Mauro avevo giocato assieme ai tempi del Lucerna, perciò ci conoscevamo già. Aver la possibilità di allenare i migliori prospetti del nostro paese è senza dubbio qualcosa di molto stimolante".
Il ruolo del preparatore non è però così semplice.
"La cosa più difficile è capire la persona che sta dietro al portiere. I ragazzi sono tutti diversi, con le proprie esigenze e qualità. Il mio obiettivo è quello di tirar fuori il massimo da loro".
Anche il ruolo del portiere si è complicato, vero?
"Senza dubbio. Sono cambiati anche i regolamenti e tutto è diventato più difficile. I portieri ormai hanno imparato a giocare bene anche con i piedi e soprattutto la velocità del gioco è cambiata moltissimo. Ci vuole un'intelligenza calcistica fuori dal comune per interpretare bene questo ruolo. Come dico sempre, il ruolo del portiere è il più difficile: devi saper giocare con i piedi e aver una buona tecnica con le mani".
Si riesce, vedendo i portieri per poche settimane all'anno, a trasferire loro le proprie conoscenze?
"Devo dire che questo è un tema molto importante, sul quale discutiamo spesso. Io certo di far capire a loro cosa vorrei fare, altre volte sono io che mi adatto alle loro qualità e al loro modo di allenarsi. L'obiettivo comune è quello di rendere i portieri più efficaci".
Sotto le sue mani è passato anche il portiere del Lugano Baumann. Cosa ne pensa?
"Credo che sia un ragazzo che in questi ultimi tempi è maturato molto, soprattutto quando deve prendere delle decisioni importanti. Ogni tanto fa delle parate un po' "spettacolari", ma finchè restano efficaci non vedo dei grossi problemi".
Inevitabile chiudere con il tema Bellinzona: il tutto in un italiano impeccabile.
"Ho imparato la lingua in Ticino, mi piace molto l'italiano e oltretutto quando giocavo a Bellinzona Giulini ci aveva mandato a una scuola di lingue: lui ci teneva molto a queste cose. A distanza di anni lo devo ringraziare per questo".
Di Giulini, Swen ha comunque un buon ricordo.
"Mi spiace molto per come sia finita, perchè il presidente aveva fatto tante buone cose per noi giocatori e per la società. Credo che ad oggi non si è ancora capito cosa sia successo. Negli ultimi mesi vivevamo con la speranza che riuscisse a sistemare tutto e ogni giorno pareva quello buono. Invece...".