CLAMOROSA WADA: LA DROGA NON È PIÙ CONSIDERATA DOPING
Marco Marano: "Una decisione che non mi trova d'accordo"
Cocaina, eroina, cannabis e ecstasi dal 1. gennaio non sono più doping
Pubblicato il 02.01.2021 13:08
di Luca Sciarini
Cocaina, eroina, cannabis e ecstasi non sono più considerate sostanze dopanti.
È scritto da ieri nel nuovo codice della WADA, l’agenzia mondiale dell’antidoping.
Una decisione che farà senza dubbio discutere, anche se, come ci spiega il responsabile dell’area medica dell’HC Lugano e del FC Lugano Marco Marano, ci sono comunque dei distinguo da fare.
“Diciamo che questa nuova decisione va interpretata e capita bene. Ogni anno la WADA invia a tutti i medici la lista delle sostanze dopanti. Quest’anno, in effetti, cocaina, eroina, cannabis e ecstasi, non fanno più parte di quella lista. Sono state declassate a “sostanze d’abuso””.
Dunque chi si droga non verrà punito?
“Non è proprio così. Prima chi veniva preso durante i controlli con della droga nel sangue, rischiava da 2 a 4 anni di squalifica. Adesso la pena è stata ridotta da 1 a 3 mesi, addirittura con la possibilità di avere la pena minima di un mese se intraprenderà un percorso riabilitativo. Stiamo però parlando, ed è giusto specificarlo, di controlli che non avvengono a ridosso o durante delle manifestazioni o gare sportive”.
Mi faccia capire. Se un atleta si droga durante il periodo di vacanza o un giorno a metà settimana, potrebbe venir punito soltanto per abuso di stupefacenti?
“È proprio così, a patto che riesca a certificare che la sua è una dipendenza e non il tentativo di migliorare le prestazioni sportive”.
Dottore, ma la droga migliora veramente le prestazioni?
“Dipende tutto dalle dosi. Se presa in piccole dosi risulta essere uno stimolante e può aiutare la concentrazione. Tutto dipende appunto dalla quantità che si assume. Qualcuno mi chiedeva se Maradona è diventato quel fenomeno che era grazie alla droga. Direi esattamente l’opposto. Senza la droga, che ovviamente il campione argentino non usava in piccole dosi, sarebbe stato ancora più forte e probabilmente sarebbe durato più a lungo ad altissimi livelli”.
Lei dunque cosa pensa di questo nuovo codice?
“È una decisione che non mi trova d’accordo per diversi motivi. Per me un atleta dev’essere colui che tiene alla sua salute e alla sua forma e deve dare di sé un’immagine pulita. In secondo luogo, si rischia di trovare un ulteriore appiglio per chi verrà trovato con la droga a ridosso delle gare e infine credo che sia un messaggio sbagliato che si manda ai giovani”.
Anche perché, chi vorrà davvero migliorare le proprie prestazioni, continuerà ad assumere altre sostanze vero?
“Ovviamente sì. E qui parliamo di anabolizzanti che migliorano la resistenza dei tessuti e riducono la sensazione di fatica. Quelle sì che continueranno ad essere considerate dopanti. Sono due mondi completamente diversi. Entrambi sbagliati e deleteri ma ovviamente molto differenti”.