SOLO UN PUNTO PER LA SVIZZERA ALL'ESORDIO
Il Galles era da battere, il resto sono chiacchiere
Un pareggio che ci lascia grossi rimpianti: ora serve un'impresa con l'Italia
Pubblicato il 12.06.2021 21:27
di L.S.
“Se non battiamo il Galles…”, ecco, alla fine non l’abbiamo battuto.
E nonostante quello che dicono Petkovic e Behrami nel post partita, questo pareggio sa tanto di beffa. Una beffa atroce.
Speriamo soltanto di qualificarci, magari non da terza e poter così dimenticare questa giornata.
Perché ciò che fa veramente rabbia è che la Svizzera, per lunghi tratti, è sembrata una squadra vera, forte, quasi all’altezza dell’Italia del giorno prima. Buon possesso palla, discrete verticalizzazioni e conclusioni che purtroppo hanno sempre peccato di precisione.
Ma si sapeva che prima o poi il gol sarebbe arrivato. Era nell’aria, lo respiravamo. Soprattutto adesso che ci siamo tolti le mascherine.
E puntualmente, con quell’Embolo che ogni tanto tira fuori dal cilindro partite come quella di oggi, siamo passati meritatamente in vantaggio.
È il gol che avrebbe dovuto spianarci la strada e che invece, inaspettatamente, ce la pone dannatamente in salita. Tu giochi ma la palla torna sempre indietro. Una brutta sensazione da casa, figuriamoci per chi sgambetta in campo.
Petkovic toglie Shaqiri (prestazione tutt’altro che memorabile) e inserisce Zakaria: è chiaro anche a chi sta sul divano di casa, che si tratta di un cambio volto a coprirci un po’. Abbiamo paura del Galles? O forse non abbiamo (abbastanza) fiducia in noi stessi? Un po’ e un po’, forse.
Purtroppo è un segnale che la squadra interpreta alla lettera. Ci difendiamo e basta. Con un piccolo problema: non ne siamo capaci.
Il Galles, mica il Brasile, ci domina, ci attacca e giustamente ci punisce.
C’è ancora tempo per vincere ma Gavranovic, che ha voglia di mettersi in mostra, finisce tre volte in fuorigioco in dieci minuti. Bravo per carità, ma il VAR adesso c’è per qualcosa. E giustamente lo punisce. Ci punisce.
Finisce uno a uno, un punto ciascuno e per noi tanto rammarico.
Esprimiamola con grande onestà questa delusione, che magari ci servirà a tirar fuori mercoledì un po’ di rabbia.
Far finta di essere contenti, che l’esordio è sempre complicato e blablabla, non ci aiuterà. Anzi. Non facciamo sempre gli “svizzeri” a cui va tutto bene, altrimenti finiremo come nell’hockey. E non è una bella fine.
Mercoledì ci serve una partita perfetta contro l’Italia, prima della “finale” contro i turchi.
Che saranno anche “scarsi”, come sono effettivamente sembrati venerdì sera a Roma, ma c’è da giurarci che contro di noi giocheranno un altro tipo di partita.
Se ne qualificano 16 su 24. Andare a casa non è ammissibile. Meglio dircelo subito.