CALCIO: ANCHE IN TICINO SUCCESSE UN EPISODIO SIMILE
Minelli come Eriksen, Kazik come Kjaer
Nel 1999, durante un Locarno-Kriens, il difensore ebbe un arresto cardiaco
Pubblicato il 13.06.2021 15:58
di L.S.
Correva l’anno 1999 e il Locarno di Pier Tami affrontava al Lido, in una giornata freschina ma soleggiata, il Kriens.
Me lo ricordo come fosse oggi.
Alessandro Minelli che in scivolata anticipa, qualche metro davanti la propria area di rigore, un giocatore del Kriens.
Purtroppo il lucernese, nello slancio, colpisce involontariamente Minelli alla testa.
Il difensore del Locarno si rialza ma crolla subito a terra.
Se ne accorgono tutti, anche perché il pallone gravitava proprio in quella zona.
In tribuna, con i colleghi, ci lanciamo una prima occhiata. Cosa potrà mai essere successo?
Nessuno si era accorto della ginocchiata che Minelli aveva ricevuto qualche istante prima. Un colpo che si scoprirà poi essere stato determinante per scatenare, anche in quel caso, un arresto cardiaco.
La scena mi è tornata in mente ieri sera, quando Eriksen è crollato a terra da solo.
Anche al Lido, davanti a poco più di un migliaio di persone, c’è stato chi è diventato protagonista e ha saputo vestire i panni dell’eroe.
Come successo ieri con Kjaer, svelto a rimettere a posto la lingua di Eriksen, lo stesso successe con Nicolò Kazik, che si precipitò verso il compagno e amico Alessandro e fece la stessa manovra. Con quella prontezza che ti salva la vita.
Dalla panchina schizzò in campo anche il medico sociale del FC Locarno, a quei tempi il conosciutissimo dottor Giao.
Dalla tribuna, atterriti, seguivamo il massaggio cardiaco che veniva praticato ad Alessandro e tutti, nel silenzio dello stadio, pregavano perché il giocatore desse segni di vita.
Per fortuna, ora non ricordo esattamente quanto tempo passò, Alessandro iniziò a muoversi.
Ricordo che per la prima volta in vita mia vedevo un’ambulanza entrare sul terreno da gioco.
La partita fu sospesa per una quindicina di minuti e poi riprese.
Minelli rimase all’ospedale un paio di giorni e dopo tutti gli esami del caso i medici scongiurarono problemi gravi al cuore. Tutto fu dovuto a quel colpo in testa.
A distanza di anni, l’attuale responsabile tecnico del settore allievi del Mendrisio, è in grandissima forma.
I medici gli dissero soltanto: “Cerca di evitare altri colpi alla testa”.
Cosa che Alessandro in questi anni, saggiamente, ha fatto.
Era solo un ricordo, di un ragazzo, come Minelli, che sebbene meno famoso di Eriksen, ha vissuto anche lui dei momenti drammatici e lo stadio, ancorché lontano da quello di un Europeo, per un momento si era stretto attorno alla sorte di quel ragazzo.
Due episodi finiti bene, due storie che ribadiscono, semmai ce ne fosse bisogno, che anche in un campo di calcio possono accadere cose drammatiche. Perché quei novanta minuti, in fondo, sono un po’ lo specchio della nostra vita. Dove nulla è controllabile e tutto può accadere.