Europeo 2020
Gli è tutto da rifare
Peggio di così non si può fare
Pubblicato il 17.06.2021 09:30
di Giorgio Genetelli
Sacchi è ossessivo nelle sue convinzioni: “È la squadra a moltiplicare le qualità dei singoli, non il contrario”. Questa la diamo per buona, non solo perché lo dice l’Arrigo, ma perché anche Petkovic ha ottenuto il meglio quando aveva realizzato un’idea di gioco. Che però è sparita, peggiorando tutti i giocatori che ieri si sono fatti travolgere da un Italia generosa e spigliata, ma non certo irresistibile (tre gol regalati, dai). Nell’undici di partenza troppi sono gli elementi che in quest’anno compresso hanno scaldato più la panchina dei piedi in campo, o vengono da infortuni. E lo si vede, da Mbabu a Rodriguez, da Schär a Shaqiri. E quelli che hanno giocato di più nelle loro squadre sono stati i peggiori, a partire da Freuler e Seferovic, per non dire di Akanji. Poi ci sono le eterne illusioni alla Embolo, ma questo lo sanno anche i bambini come lui. Inoltre, quelli che subentrano a partita in corso sembrano sempre i migliori, vedi Gavranovic col Galles, Widmer e Zuber ieri sera. Tutti gli altri sono dimenticati nella sterminata pletora delle quindici riserve, o buttati lì per qualche minutino, vedi Vargas. Mai visto Mehmedi, mai visto Fassnacht, mai visto Edimilson. Porque?
Le scelte le fa Petkovic, uomini e schieramenti sono sul suo conto. E ci spiace dire una cosa drammatica: il ct non ha guardato la partita Italia-Turchia, oppure l’ha guardata e non l’ha capita. E ha insistito sui tre difensori e i due attaccanti, denudando il centrocampo e mandando il nostro miglior giocatore, Granit Xhaka, al massacro. Una difesa a quattro avrebbe chiuso le porte ai giochini di Spinazzola e Insigne, che da prevedibili sono diventati travolgenti, e lasciando a sinistra lo spaesato Rodriguez a guardare il numero di targa di Berardi. Cose che sapevamo anche al bar, eppure Vlado ha insistito in modo ottuso a credere nella peggiore disposizione per affrontare un Italia che sfruttando la libertà sulle fasce ha scavato burroni al centro della nostra difesa - primo gol con un triangolo di decine di metri e Freuler che non segue Locatelli, centrocampista solitario e in gol a cinque passi da Sommer dopo una sgroppata verticale che neanche al Preonzo gli lascerebbero fare. Poi Petkovic, quando ha inserito Widmer, l’ha allestita davvero la difesa a quattro, ma i buoi pascolavano già felici a distanza siderale dalla stalla. Infine, mettiamoci la mancanza di spirito di tutti i giocatori (forse uno scoramento dettato proprio dalla passività del loro coach) e la figura è completa, una struttura cubista dei giorni peggiori, senza linee comprensibili.
E allora si torna a Sacchi: è la squadra, eccetera. Ma la squadra ieri non c’era. E neanche il suo allenatore.
Alla prossima dunque, che potrebbe anche non essere l’ultima e chissà che peggio di così non si possa fare e quindi l’ottimismo pizzica leggero da qualche parte in fondo ai tacchi in compagnia del morale.
giorgio genetelli