EUROPEO 2020
"Ci vogliono orgoglio e umiltà"
Alla vigilia di Svizzera-Turchia, parla l'ex nazionale Karl Engel
Pubblicato il 19.06.2021 08:21
di L.S.
Domani è la classica partita da dentro o fuori. Insomma, vietato fallire. L’attesa per la sfida con la Turchia è tanta, inutile negarlo.
C’è voglia di capire il carattere di questa squadra, se la batosta di Roma è stata superata e soprattutto se questi uomini hanno ancora un futuro in nazionale.
Karl Engel, ex portiere dei rossocrociati, ritorna sulla sconfitta di mercoledì.
“Sono stato deluso soprattutto dall’atteggiamento: sembravamo l’Italia di quattro anni fa, quella che non si qualificò per i Mondiali. Non ho visto il massimo impegno per battere gli azzurri, siamo mancati di umiltà”.
Difficile fare dei nomi.
“Mi hanno deluso tutti, dal primo all’ultimo. Anche da Petkovic, che solitamente stimo molto, mi aspettavo qualcosa di diverso”.
In che senso?
“Dopo il pareggio con il Galles, lui stesso ammise che qualcosa non aveva funzionato al cento per cento. Mi aspettavo qualche ritocco e invece ha riproposto lo stesso assetto”.
Tra Mancini e Petkovic non c’è stata partita.
“Mancini ha scelto di far giocare chi durante la stagione aveva messo minuti nelle gambe, gente che fisicamente sta bene. Ai nostri invece si vede che manca l’abitudine a giocare, abbiamo sofferto a livello di ritmo”.
Sotto accusa soprattutto Xhaka: capitano dai capelli biondi.
“Io non guardo tanto il colore dei capelli: preferisco concentrarmi su ciò che fanno in campo. Lui aveva detto di aver riempito la valigia perché pensava di restare sino all’11 luglio. Ecco, mi aspetterei delle prestazioni in linea con queste ambizioni. Sono loro che in fondo hanno alzato l’asticella. Per quanto riguarda la prestazione con l’Italia non me la prendo con Xhaka, che alla fine è stato uno dei pochi ad aver cercato qualche soluzione alternativa”.
Con la Turchia che partita sarà domani?
“Sarà una gara difficile, per chiunque andrà in campo. Bisognerà dimostrare di essere in grado di resistere mentalmente e fisicamente. Anche la Turchia è reduce da due brutte gare eppure sono sicuro che contro la Svizzera daranno tutto e faranno una grande prestazione. Perciò bisogna essere preparati”.
Non tutto è comunque perso, vero?
“Io prima di guardare troppo avanti e parlare di eventuali ottavi di finale, preferisco concentrarmi su questa partita. Bisogna farsi un esame di coscienza e capire chi ha veramente voglia di difendere i colori rossocrociati. Dobbiamo mettere in campo orgoglio e umiltà: altrimenti è inutile crearci false speranze e sperare di poter battere la Turchia”.
E il segreto dell’Italia invece qual è?
“Come ho detto prima Mancini è stato bravo a creare un vero gruppo di gente motivata, con dei giocatori magari senza grande pedigree, come quelli del Sassuolo, ma con un enorme motivazione e soprattutto in grande forma. Sono tutti giocatori che sentono la responsabilità di rappresentare il proprio paese e più che alle parole pensano ai fatti”.