CALCIO
La favola di Maldini e Commisso  
La sensazione generale è che siano riusciti a dare un segnale positivo al mondo del calcio
Pubblicato il 23.06.2021 11:34
di Joe Pieracci
 
Ricordate la favola della rana, che si gonfia, si gonfia si gonfia… e alla fine esplode?
La rana è il calcio globale. Quello che vive della passione per calciatori che sono personaggi dello star system più che di attaccamento ai colori e alla storia club. Degli highlight delle reti più che della visione di partite per 90 minuti. Un calcio che – come ha crudamente mostrato la nascita ed il fallimento del progetto della Superlega europea - è profondamente malato. 
Un calcio che è un sistema patologico nel quale i presidenti (arabi, americani, cinesi, indonesiani, russi, italiani) comprano club per un euro e li rivendono a centinaia di milioni, truccano i conti, fanno plusvalenze fittizie, falliscono, finiscono in galera, espatriano e poi tornano in gioco. 
Il calcio dell’oligarchia al potere, specchio dei governi del mondo, in cui pochi ricchi diventano sempre più ricchi. Un club a circolo chiuso autoreferenziale ed autoprotettivo. Ma debole, perché schiavo dei debiti e del business e di procuratori con dieci pance e altrettanti telefonini. 
E poi ecco che a volte ci sono personaggi che si ribellano al sistema. All’anomalia del  “to big to fail” alla Real Madrid, alla Juventus e alla Barcellona. Persone che pensano prima di tutto al bene del club. E per me sono loro la luce in questi primi giorni di sonnecchiante calciomercato in era post-Covid: Paolo Maldini e Rocco Commisso. 
Due persone assolutamente diverse tra loro, che sono accomunate per essersi ribellate al potere dei super-procuratori. Paolo Maldini non si è piegato neanche alle ultime alle folli richieste di Mino Raiola sul rinnovo di Donnarumma: "Ci dispiace, ma non spendiamo 40 milioni per l'affitto di Gigio", ha tagliato corto il dirigente del Milan. Ed il patron della Fiorentina, Rocco Commisso, ha fatto lo stesso con Jorge Mendes. Il procuratore lusitano ha avanzato una richiesta di 40 milioni di commissione a fronte dell’acquisto di cinque calciatori voluti da Rino Gattuso. Ma Commisso ha rifiutato, facendo poi saltare anche il preaccordo con il coach calabrese.
Il Milan poteva trattenere il portiere della nazionale. Ma ha detto no. E ora Donnarumma andrà al PSG dove incasserà 12 milioni a stagione per 5 anni. La Fiorentina invece avrebbe potuto accettare la ricca abbuffata “made in Portugal” e diventare il Wolverhampton del calcio italiano ed invece Commisso ha detto no.
Maldini e Commisso sono stati criticati, all’inizio. Ma poi il vento è girato. E ora la sensazione generale è che siano riusciti a dare un segnale positivo. Certo il mondo del calcio non è cambiato. Da soli queste guerre non si vincono. Servono alleati. Ma in sé ha ancora dei potenti anticorpi.