Che serata, che
gioia.
Si dimentica la
sofferenza, le imprecazioni per il rigore sbagliato (o ben parato da Lloris?)
di Rodriguez e la frustrazione sul 3-1, quando dicevamo (ammettetelo!) “anche
questa volta l’abbiamo buttata via”.
E poi, “ma perché
ha tirato Rodriguez?” e “perché nel momento più bello crolliamo sempre”?
Eravamo
distrutti, non ci credevamo più, eravamo fuori. Un’altra volta. Ma basta, per favore.
Basta.
E poi il
miracolo, dopo il balletto (quasi) irridente di Pogba. Siamo tornati dagli
inferi, dal buio più assoluto, da quel nulla dove sembravamo essere ripiombati. Era il
posto che ci era riservato, per quegli “sfigati” che alla fine perdono sempre.
E non è vero che
si perde perché si è piccoli: la Grecia e la Danimarca in passato l’hanno
dimostrato.
Si perde perché
non si ha la mentalità giusta. Tutto qui.
E invece stasera
i ragazzi hanno fatto tutti ciò che si sperava potessero fare: una prestazione
solida, una concentrazione massima, una capacità di restare nella partita che è
soltanto delle grandi squadre.
E noi stasera
abbiamo dimostrato di essere grandi, di non soffrire di fronte ai campioni del
mondo, di vestire benissimo i panni di Davide contro Golia.
Ci siamo lasciati
alle spalle la scoppola contro l’Italia, che adesso speriamo di ritrovare in
semifinale. Per una rivincita che sarebbe epica.
Ha vinto la squadra,
hanno vinto questi ragazzi, ha vinto uno staff che ha portato in nazionale la
saggezza e la concretezza del nostro Ticino.
Merito a
Petkovic, che anche nei momenti più difficili, quelli in cui le critiche erano
debordanti, non ha mai dato di matto. Ha sempre mantenuto il giusto aplomb e
ieri sera ha potuto gridare al cielo la sua gioia.
Venerdì ci
aspetta la Spagna, forte e attrezzata come sempre, ma che a questo punto non ci
fa più così paura.
Mentre rivediamo
il film della partita e l’adrenalina ci consente di scrivere queste maldestre
righe alla una di notte, guardiamo dalla finestra e sentiamo sul lungolago di
Lugano un "Hopp Schwiiz" che mette i brividi. Il serpentone di luci sembra infinito:
questa sera il covid, le varianti, il delta plus, i vaccini e tutto il
corollario di tremende paure che ci siamo portati addosso per un anno e mezzo
non esiste più.
Ci siamo soltanto
noi e la nostra nazionale.
Ora il mondo che
sa che la Svizzera è anche capace di giocare a pallone.
Possiamo andare a
letto felici. Non sarà facile dormire e domani, anche se stanchi, ci alzeremo migliori. Perché più forti e sicuri di noi
stessi. Che in fondo non fa mai male. Soprattutto di questi tempi.
Grazie ragazzi.