CALCIO: L'IMPRESA DELLA NOSTRA NAZIONALE
La notte più bella
Battere i campioni, con la fierezza e l'orgoglio di non essere da meno
Pubblicato il 29.06.2021 14:04
di Giorgio Genetelli
 
La notte non è finita, l’acqua cade ancora con dolcezza sempre imprevista, il silenzio è spezzato da voci e suoni. Dalla Romania arriva un soffio d’estate atteso da dieci anni, quando in una sera londinese la Svizzera giovane perdeva la finale dell’Europeo U21 contro la Spagna, lasciando un senso di fierezza velato di malinconia per l’amore sfuggito. C’è strada da fare, si disse, ma sembra bella. Vedremo.
Ora vediamo, sentiamo il profumo di una Bucarest tutta rossa, che tifa per loro e li aiuta nella più grande impresa del calcio svizzero, chiamato ad opporsi alla Francia campione del mondo, una squadra composita e di immenso talento. La Svizzera ne ha meno. Ne ha meno? Forse nei piedi acrobatici, forse nella furbizia che serve per le grandi recite, forse nella Marsigliese che invita alla lotta e non alla preghiera. Ma non sta tutto qua il talento, nelle cose istintive che la natura distribuisce un po’ ingrata: sta nella testa, nel lavoro costante di ripulitura delle idee, nel progresso. Il leader Petkovic ha sciacquato in cinque giorni le ultime incrostazioni dei suoi giocatori, forse aiutato da Tami, che era l’allenatore prezioso di quei ragazzi del 2011 e ora è qua a cullarne la forza e le fragilità.
Quando la Svizzera entra in campo si mette la mano sul cuore e lo sente rullare, un ritmo di prontezza che chiama a raccolta tutti, compresi gli scettici e i sofisti, quelli che mandarono a morte Socrate regalandogli però l’immortalità.
Bucarest si schiera subito dalla parte giusta, quella nobile degli sfavoriti. Ruggisce al primo gol di Seferovic che con le cosce alla Abdujaparov esplode sopra Lenglet. Si dispera quando in capo a un quarto d’ora di tempesta Pogba porta la Francia oltre quelle Colonne d’Ercole che la Svizzera di terra e di montagna non ha mai saputo superare.
Eppure, seppure affranti, ci si ricorda che il mondo è da scoprire con il coraggio e che solo così si conquistano emozioni e conoscenza che fanno virtù. Torna Seferovic, lo segue Gavranovic e ora Bucarest è l’oceano infinito, increspato come la pelle dai brividi. La Francia è raggiunta dal veliero pirata e una vita esperta tra la salsedine non basta più: è il momento degli uomini di terra, della Svizzera che ormai rappresenta un continente, Grütli Balcani Bucarest Ticino.
Ancora è buio, ancora piove a dirotto quando si scorge la spiaggia dei rigori. Sulla coffa c’è Sommer, il portiere, che discende a volo d’aquila nel solo istante possibile e con la mano sinistra aperta come un diario di bordo scrive l’ultima frase immortale.
Questa notte non finisce più. Bianca come quelle di Pietroburgo, la prossima terra.