CALCIO: IL PORTIERE DELLA SVIZZERA PROTAGONISTA
Sommertime, dolci melodie
Il rigore parato dal nostro portiere a Mbappé, la freddezza negli istanti che seguono...
Pubblicato il 30.06.2021 21:02
di Giorgio Genetelli
“Uno di questi giorni ti alzerai cantando poi spiegherai le tue ali.”
C’è quell’attimo sospeso tra il fatto e la sua conferma, dove i respiri sono trattenuti e tutta l’aria buttata fuori per gridare Gol! non rientra più nella gola chiusa. Tra la parata e il tentennare dell’arbitro sono meno di due secondi, ma coi polmoni vuoti è un’apnea da profondità oceanica e si sente la pressione sulle tempie. Colui che ha compiuto il fatto dovrebbe essere il più esaltato e invece guardatelo e riguardatelo: si rialza dal tuffo-prodigio e sta fermo muovendo solo le mani nel gesto della calma da trattenere. Questo è il time, è estate, lui è Sommer, portiere della Svizzera. Attende che l’arbitro argentino del match convalidi la sua parata decisiva, che in tempi di Var va rianalizzata nella sua dinamica per scorgere un eventuale piede che abbandona la linea di porta prima che Mbappé calci. Mbappé è il quinto rigorista della Francia e in lui si posano e si sfaldano le speranze di pareggio. Sommer sa di aver giocato sul filo bianco, centimetri da dentro o fuori che percepisce con quel senso innato della posizione che è la sua più grande qualità. Nella sua divisa verde si arresta dopo la respinta a mano aperta, non esulta e guarda l’arbitro con tutto il sangue freddo del mondo, mentre a metà campo i suoi compagni sono già scattati per raggiungerlo e tutti assieme cogliere la gloria, e noi tifosi sparsi per il mondo non facciamo caso a niente perché è tutto troppo bello per non essere vero, tra un salto a toccare il soffitto e una sedia rovesciata.
È vero! La parata è valida. Può partire anche Sommer verso la bandierina a braccia aperte e poi chiuse a stringere lo stemma sulla maglia, libero e felice, abbandonando sul posto quella frazione di tempo sospeso, perduto e sbriciolato assieme alle macerie della Francia in fondo a una partita senza eguali. Ora si può richiamare il fiato di tutti quanti, che stava fuori a carbonizzare l’atmosfera, e delirare a piacimento, allungando questa notte nel time dell’eternità dove Ella e Janis cantano per sempre quel pezzo di Gershwin.