È una giornata
lunga, iniziata nel lussuoso casinò di Lugano e finita nell’accogliente tendone
dell’Isola di Sementina.
Dopo le vicissitudini
che tutti conosciamo (Angelo Renzetti dixit), Abel Braga ha finalmente potuto
debuttare sulla panchina bianconera.
Niente di
particolare, per carità, anche perché la differenza con il Sementina (così com’era
già successo sabato con il Losone) è troppo grande per fornire qualsiasi credibile
riferimento.
Un 9-1 che serve
soltanto a scaldare un po’ i motori in vista delle prossime amichevoli che
dovranno dare al neo tecnico delle indicazioni più precise.
Sabato a
Cornaredo contro il Rapperswil, poi Winterthur e infine molto probabilmente ci
sarà il 17 o 18 luglio, la sfida con l’Inter: dopo, ne sapremo sicuramente di
più.
Braga, che in
mattinata aveva detto di aver voglia di “instaurare un buon rapporto con i
giornalisti”, offre subito un titolo alla sgambata di Sementina: “Per alcuni
ruoli vedo tanta concorrenza”.
È una cosa che
gli piace e non lo nega. Ci sarà da sgomitare per finire nell’undici titolare
che il 25 luglio debutterà contro lo Zurigo. Al netto ovviamente di qualche
partenza che inevitabilmente bisognerà operare.
Ci saranno anche
dei movimenti in entrata: Renzetti ha parlato durante la presentazione di Braga
di “3-4 brasiliani con cui speriamo di poter fare delle plusvalenze”.
Sempre il presidente
ha poi riconosciuto a Braga “una grande sensibilità per aver capito le nostre
difficoltà di fronte ai contratti onerosi che aveva firmato con i candidati
acquirenti”. Una definizione più azzeccata, per Thyago e soci, non poteva esserci.
Dopo aver
confidato il suo timore di dover ripartire per il Brasile ancor prima di
sbarcare a Lugano, Braga ha messo subito un paio di puntini sulle i: “Il calcio
da noi non è un Carnevale. Va bene il gioco offensivo ma sempre con una certa
intelligenza e la giusta mentalità”.
Sul nostro
calcio, che ovviamente conosce poco, Braga rimane stupito di una cosa (che per
noi invece è un’abitudine da ormai una decina di anni): “Non capisco come una
squadra possa vincere il campionato con 30 punti di vantaggio”. Forse tra
qualche mese lo capirà anche lui.
L’impressione,
sentendolo parlare, è che forse non abbia capito dov’è realmente arrivato.
Troppa euforia? Troppe aspettative? Meglio chiederglielo e verificare subito.
“So che sarà più
difficile rispetto allo scorso anno ma l’obiettivo è quello di diminuire la
differenza con quelli che ci stavano davanti”. Ambizioso ma con moderazione.
Giusto così.
L’ultima
questione spinosa è relativa a Demba Ba: il giocatore, che ha firmato un contratto
di un anno e si dice un altro accordo per diventare poi direttore sportivo, venerdì
sarà a Cornaredo per il primo allenamento. Sarà anche l’ultimo?
Sempre Renzetti: “Andrò
a pranzo con lui e Novoselskyi (che l’ha tanto voluto, ndr) per capire cosa
possiamo fare con il suo contratto oneroso. Noi non possiamo permetterci certe
cifre, vedremo come potremo risolvere la cosa”.
Si spengono i
microfoni e si staccano le telecamere. Renzetti è ancora seduto alla sinistra
del tavolo e chiude con una battuta: “Adesso avete capito cosa unisce il nostro
nuovo allenatore e il sottoscritto”.
Onestamente no.
Cosa? L’amore per il calcio? L’ambizione di portare in alto il Lugano? La mezza
fregatura presa da Thyago? Lo ignoriamo.
Il presidente
sorprende (ancora una volta) tutti: “Siamo due persone che dicono sempre la
verità”.
Un collega si
volta di scatto e sussurra: “ricordiamoci di questa battuta, prima o poi nel
calcio tutti dicono qualche bugìa”.