Quanto mancherà il centrocampista e capitano Granit Xhaka alla Svizzera di coach Vladimir Petkovic contro la Spagna? Se l'è chiesto Massimo Solari del Corriere del Ticino.

"Lasciamo a bagnomaria l’entusiasmo. Per concentrarci sull’eredità - gravosa - che Xhaka ha deciso di riservare ai compagni. Dal giugno del 2014 il 28.enne dell’Arsenal ha infatti giocato 56 delle 59 partite che contano. E con importanti intendiamo Mondiali, Europei, rispettive qualificazioni e Nations League. Tre le assenze: una per infortunio, una per squalifica, una poiché non schierato nelle qualificazioni a Euro 2016 con San Marino. Ora immaginatevi di trovarvi all’Ermitage di San Pietroburgo e di provare a rimuovere l’Orologio del pavone di James Cox - star del museo senza che visitatori e addetti alla sicurezza se ne accorgano".

"L’impatto di Granit Xhaka sulla Nazionale svizzera è enorme. Sia a livello di gioco, sia in termini di leadership. Limitiamoci al primo aspetto. Ai numeri. In quattro partite e 390’ giocati a Euro 2020, il capitano rossocrociato ha recapitato sui piedi dei compagni il 92% dei passaggi effettuati. La media di tutti i centrocampisti del torneo, giusto per fornire un metro di paragone, è dell’81%. Solo contro i transalpini, negli ottavi di finale, Xhaka ha distribuito 84 passaggi - il numero più elevato tra i giocatori in campo - dei quali il 91% sono andati a buon fine".

"Come la Nazionale tutta, il capitano è riuscito a emergere anche grazie alla corsa: con 11,2 chilometri di media a partita (e un supplementare), i 7 chilometri medi percorsi dagli altri centrocampisti del torneo sono ampiamente superati. In questa speciale classifica, il giocatore dell’Arsenal è all’ottavo posto, dietro a N’Golo Kanté e Jorginho. Sempre su questo piano, vale inoltre la pena menzionare i contrasti vinti e i palloni recuperati da Xhaka, che in media sono 2,5 e 6,5 a partita. E ciò quando la media dei colleghi di reparto dice rispettivamente 1 e 2,6".