Ha appena iniziato
la sua nuova avventura al Volos, squadra di serie A della Grecia.
Per Guillermo
Abascal, già allenatore di Chiasso e Lugano, la vita è un continuo spostamento,
alla ricerca di una panchina che lo possa far crescere e regalare quelle
esperienze che alla sua giovane età (32 anni) deve assolutamente maturare.
Diviso tra i
primi allenamenti e la voglia di non perdersi le partite dell’Europeo,
Guillermo trova comunque il tempo per dedicarci alcuni suoi pensieri.
Iniziando appunto
dalla sua nuova squadra, che la scorsa stagione ha chiuso al settimo posto in
campionato.
“L’obiettivo è di
finire tra le prime sei e giocarci i playoff per il titolo. Ci manca ancora
qualche pedina ma la rosa è già ben attrezzata. Volos è una città molto carina,
di circa 180 mila abitanti sul mare. Ci sono un porto industriale e uno
sportivo e si possono visitare sette isole in meno di due ore. Dista un paio di
ore da Salonicco”.
Detto così sembra
più una vacanza che un lavoro ma la passione e la serietà che Abascal ha sempre
messo nel suo lavoro sono indiscutibili.
E nei ritagli di
tempo, riesce ovviamente a guardare le partite di Euro2020, soprattutto quelle
della sua Spagna.
“Onestamente la
nostra nazionale ci aveva lasciato molti dubbi nelle prime partite: abbiamo una
squadra giovane e ci manca un po’ di esperienza. Basti guardare la
responsabilità che è stata data a un giocatore giovanissimo come Pedri. La
vittoria contro la Croazia ci ha regalato qualche certezza in più e spero che ci
permetta di giocare contro la Svizzera con un po’ meno di pressione”.
I media e i
tifosi non hanno lesinato critiche alla squadra e soprattutto ad alcune scelte
fatte da Luis Enrique.
“È proprio così,
ma non credo che il tecnico cambierà la sua idea di calcio contro la Svizzera.
È una squadra che vuol sempre giocare a calcio e che ovviamente, visto anche la
mancanza di esperienza in difesa, lascia qualche spazio di troppo”.
Giocatori come
Ramos e Piqué non sono facilmente sostituibili.
“Parliamo di
giocatori che hanno fatto la storia della nostra nazionale e che hanno vinto
moltissimo. Chi c’è ora deve farsi le ossa ed è normale che ci vorrà del tempo”.
Luis Enrique ha
deciso di puntare su Unai Simon per il ruolo di portiere, lasciando fuori De
Gea. E l’altra sera contro la Croazia il portiere ha commesso un errore
pazzesco.
“È vero, ha
sbagliato sul primo gol ma poi ha avuto la forza mentale di riprendersi e ha effettuato
un paio di parate decisive. Non sono cose così scontate a questi livelli. Credo
che anche per questo il tecnico abbia scelto lui al posto di De Gea, che
spesso, dopo un errore, si è mostrato piuttosto fragile”.
Un altro nome che
fa molto discutere è quello di Morata: Luis Enrique però lo difende a spada
tratta.
“Morata è stato
molto criticato nelle prime partite e anche la sua convocazione non è piaciuta
a tutti. Ci sono giocatori come Yago Aspas del Celta che hanno avuto una stagione migliore
e hanno segnato molti più gol che invece sono rimasti a casa. Però Luis Enrique
riconosce a Morata anche un grande lavoro difensivo e di pressing che aiuta
tutta la squadra. E da allenatore non posso che essere d’accordo con lui.
Abbiamo comunque Gerard Moreno che a partita in corso può entrare ed essere
molto pericoloso".
Della vittoria
della Svizzera sulla Francia, Abascal è sorpreso solo a metà.
“Ovviamente la
Francia era la grande favorita e sulla carta sembravano degli extraterrestri.
Però quando indossi la maglia della tua nazionale ti porti dietro tante storie
e emozioni e i pronostici possono essere ribaltati. La Svizzera è un gruppo di
giocatori che gioca insieme da anni e che ha capito che forse
questa è una delle ultime possibilità per fare qualcosa di grande”.
In Spagna non si
conosce molto il nostro calcio.
“In effetti è
così e questo può essere un vantaggio per la Svizzera. La Spagna non dovrà fare
l’errore di sottovalutarla anche se credo che dopo la vittoria sulla Francia
sarà un po’ più difficile”.
Della Svizzera chi
piace particolarmente ad Abascal?
“Non è una
domanda che dovete fare a un allenatore. Io rispondo sempre il collettivo. E
dunque valorizzo il lavoro svolto finora da Petkovic, uno che sa il fatto suo e
che nei momenti importanti ha sempre il gruppo dalla sua parte”.
Chi vince?
“Spagna
leggermente favorita, ma di poco. Direi 60 contro 40 per cento”.