Franza o Spagna purché se magna, dice il poeta
nell’imminenza della fiesta. Il povero Hemingway, altro cantore accecato
dall’iberismo, non ha mai capito niente preferendo al gioco del calcio robaccia
come la tauromachia o la pesca. Che però, mi sorge il dubbio, in questa attesa
si stanno mischiando di brutto: speriamo di non fare pescate, di non farci
infilzare come uno dei loro tori e di godere specialmente a partita conclusa
per qualche capolavoro di Shaqiri o Seferovic o chiunque. Va bene anche
qualcosa con le ginocchia o con il lato B (ionda aurora?).
Siamo pronti all’abbuffata, dopo esserci rimpinzati di
galletti allo spiedo, che notoriamente entra da una parte poco nobile. Franza
se magna! È chiaro che si sta parlando della partita di noi tifosi, non dei
giocatori in campo che vanno avanti in nome nostro con sacrifici gastronomici
non da ridere e andrebbero abbracciati anche solo per questa versione monacale
della vita. Mentre loro devono volare allenarsi rintanarsi pensare disporsi
faticare curarsi eccetera, noi sbevazziamo cantiamo ingurgitiamo bestemmiamo
pontifichiamo e ci vestiamo malissimo per non essere ostacolati nelle esultanze,
senza neanche la mannaia di un giallo o di un rosso sventolato dall’arbitro. Al
massimo una moglie intemperante che ci ricorderà impietosamente i nostri doveri
una volta finito l’asilo, ma come dice Petkovic, un passo alla volta, partita
per partita.
A proposito di magnare. Gli spagnoli oppongono il pata negra
alla nostra mortadella, vantando quarti di nobiltà come se fosse la premessa
per una facile conquista della semifinale, neanche fossimo aztechi. Non sanno
che noi, per sostituire capitan Xhaka, abbiamo riesumato il fantasma di Gelson
Fernandes, quello che nel 2010 fece un gollonzo pazzesco ai Xavi e Iniesta
scatenando una mangiata memorabile (che durò poco, ma bastò). Lo piazziamo a
centrocampo come dodicesimo e poi vediamo.
Possibile fragilità: se alla tavolata si aggiunge la musica,
è vero che loro fanno suonare Paco de Lucia e noi Peter Sue & Marc, okay,
lì la vedo dura. Ma basta tapparsi le orecchie con ciuffi di edelweiss ed è
fatta.
Per finire, non so se Vlado farà tesoro di tutti questi preziosi
argomenti motivazionali, ma sappia che noi con le adilette e il scervelà
viviamo e lottiamo insieme ai nostri ragazzi, urlando contro il cielo: Franza o
Spagna purché se magna!