Di questa partita ancora prima che si giochi, sono
innamorata. Senza sapere come finirà, già ne vado pazza. Perché si gioca con il
sapore dolce della vittoria sulla Francia. Perché sarà figlia della speranza di
andare avanti, più avanti di quanto tutti noi saremmo stati disposti a
scommettere fin dall’inizio, intenditori e non.
Chiacchiere da bar che
parlavano di ‘brocchi’ contro fenomeni, adesso tacciono e non si sbilanciano
mica. Salvo goffe parole di rimedio ‘Anche la Francia non è un granché!’ Allora
speriamo che non sia un granché anche la Spagna di stasera. E speriamo di
essere gli stessi brocchi dell’ultima volta. Anzi brocchissimi, come il Sommer
che ha parato il rigore di Mbappe’, per esempio.
Stanno tutti
aspettando il quarto di finale che andrà in scena a San Pietroburgo, come
aspettano gli innamorati un incontro: carico di pathos dentro il rosso di un
tramonto. Lo aspettano i galletti
travestiti da gufi. E infine io, che guarderò questa sfida come può fare una juventina: da inna-Morata.