Roger Federer ha
perso nei quarti di finale di Wimbledon. E lo ha fatto male. È giusto dirlo.
Nessuno lo nega.
Soprattutto nel
terzo set, in cui ha subito un pesante 6-0, l’immagine fornita dall’ex numero 1
mondiale e forse giocatore più forte di tutti i tempi, è stata piuttosto
triste.
Detto questo, le
esortazioni lette il giorno dopo sui social e sui giornali, che invitano il
giocatore a lasciare il tennis, non mi trovano d’accordo.
Anzi, c’è chi ha
detto che Federer ha fatto almeno un paio di anni di troppo. Che avrebbe dovuto
smettere prima della pandemia, che uno come lui non può subire certe sconfitte.
Intaccare così la sua immagine di re del tennis è un insulto. E via dicendo.
Federer, è giusto
ricordarlo, festeggerà tra un mese esatto (8 agosto) i 40 anni e sebbene non in
condizioni fisiche brillanti, ha comunque raggiunto i quarti di finale nel
torneo più importante del mondo. Impresa che non riesce tutti i giorni nemmeno
ai tennisti più giovani e talentuosi.
Sarebbe importante
capire quanto margine di crescita ha ancora Federer. Difficile dirlo, l’impressione,
vista la partita di ieri, è che possa ancora migliorare tantissimo. I colpi ci
sono, la classe è intatta, manca soltanto un po’ di quella freschezza determinante
a questi livelli. E naturalmente la voglia di soffrire ancora. Ma questa è una
cosa che sa soltanto lui.
Per arrivare
almeno in semifinale, non dico per forza vincere (in questo momento Djokovic,
Nadal e forse un paio di ragazzotti che picchiano forte e corrono come indemoniati
sono difficilmente battibili), Roger ha ancora tutti i numeri.
Non vincerà più
un grandissimo torneo? È possibile. Addirittura probabile.
Eppure le partite
di Federer non saranno mai come le altre. Le guardi e sai che prima o poi ti
regala qualche perla. A volte ti estranei dalla partita e ti ricordi di ciò che
faceva qualche anno fa. Come dominava e divertiva. Come inventava tennis. È
triste? No, è bello, anzi conforta sapere che anche lui è mortale. Un Dio del
tennis sì, ma umano.
Pensare che sia
immortale o relegarlo lontano dalle piste soltanto perché non vince più come
prima è puro egoismo. Abbiamo più bisogno noi che vinca o ha più bisogno lui? La
risposta mi sembra di conoscerla.
Se andrà avanti o
meno lo deciderà serenamente nei prossimi giorni. Lo ha detto ieri alla fine
del match.
La speranza è che
vada avanti ancora, perché Federer non sarà mai un giocatore come gli altri. Anche
nella sconfitta.
Quando non ci
sarà più, allora sì che ci mancherà.