FINALE COPA AMERICA: ARGENTINA-BRASILE 1-0
Messi ha vinto, ma lasciamo stare Diego...
Argentina campione in una finale bruttissima contro il Brasile
Pubblicato il 11.07.2021 07:56
di L..S.
Il grido di Messi a fine partita è quello che si è sentito più degli altri.
Aveva bisogno di questa vittoria il numero 10 argentino e l’ha ottenuta, togliendosi così quel “però” dalle spalle.
È bravo, bravissimo, un fenomeno per carità, ma nella sua carriera non ha mai vinto nulla con la maglia dell’Argentina.
È quello che forse avrebbero detto tutti dal giorno in cui Messi avesse smesso di giocare a calcio.
Perché se è vero che in Europa Messi è amato e rispettato, in Argentina c’è chi non lo vede(va) ancora come un idolo. E che forse non lo vedrà mai.
Stanotte, battendo il Brasile (con una rete di Di Maria) in una partita brutta e nervosa, Messi si è tolto anche questo peso. Ha allontanato una vita da “però con l’Argentina”, una vita da “non sarà mai Maradona”.
Se lo meritava, perché un campione così non è giusto che abbia appiccicate addosso delle etichette macchiate da insuccessi che ovviamente, negli sport di squadra, non dipendono solo da lui.
Messi ha marcato per un decennio o forse più il calcio mondiale, si è diviso con il portoghese Ronaldo (giocatore diverso ma altrettanto formidabile) i recenti palloni d’oro ed è stato probabilmente il giocatore più bello da vedere su un campo di calcio negli anni 2000.
Questo basta, finalmente, per dire che è come o meglio di Maradona?
La risposta è no.
Anche qui, come per il “duello” con Ronaldo, le opinioni ovviamente divergono.
Ciò che ha fatto Maradona, vincendo a Napoli in una piazza quasi impossibile e conquistando quasi da solo un Mondiale (che con una Coppa America non ha nulla a che vedere), sono per il momento qualcosa di inavvicinabile.
Anche stanotte, nonostante la vittoria, Messi non ha brillato. Anzi, ha sbagliato un gol facile facile, giocando una partita opaca.
Ancora una volta, in una partita decisiva con la “camiseta” dell’Argentina sulle spalle, il 10 non è stato all’altezza della sua fama.
Ha vinto, è vero, e perciò va celebrato. Giusto così. Dopo tanto fango che gli era arrivato addosso.
Ma lasciamo stare Diego, lassù, in un Olimpo dove sembra davvero impossibile arrivarci. Anche per Leo. 
E Neymar? E il Brasile? Stendiamo un velo pietoso.
Nulla di nulla, in una partita di una bruttezza infinita. 
Speriamo che stasera le regine d'Europa ci regalino un altro spettacolo.