Il grido di Messi
a fine partita è quello che si è sentito più degli altri.
Aveva bisogno di
questa vittoria il numero 10 argentino e l’ha ottenuta, togliendosi così quel “però”
dalle spalle.
È bravo,
bravissimo, un fenomeno per carità, ma nella sua carriera non ha mai vinto
nulla con la maglia dell’Argentina.
È quello che
forse avrebbero detto tutti dal giorno in cui Messi avesse smesso di giocare a
calcio.
Perché se è vero
che in Europa Messi è amato e rispettato, in Argentina c’è chi non lo vede(va)
ancora come un idolo. E che forse non lo vedrà mai.
Stanotte,
battendo il Brasile (con una rete di Di Maria) in una partita brutta e nervosa, Messi si è tolto anche questo peso. Ha allontanato una vita
da “però con l’Argentina”, una vita da “non sarà mai Maradona”.
Se lo meritava,
perché un campione così non è giusto che abbia appiccicate addosso delle
etichette macchiate da insuccessi che ovviamente, negli sport di squadra, non
dipendono solo da lui.
Messi ha marcato per
un decennio o forse più il calcio mondiale, si è diviso con il portoghese Ronaldo (giocatore
diverso ma altrettanto formidabile) i recenti palloni d’oro ed è stato probabilmente il
giocatore più bello da vedere su un campo di calcio negli anni 2000.
Questo basta,
finalmente, per dire che è come o meglio di Maradona?
La risposta è no.
Anche qui, come
per il “duello” con Ronaldo, le opinioni ovviamente divergono.
Ciò che ha fatto
Maradona, vincendo a Napoli in una piazza quasi impossibile e conquistando
quasi da solo un Mondiale (che con una Coppa America non ha nulla a che
vedere), sono per il momento qualcosa di inavvicinabile.
Anche stanotte,
nonostante la vittoria, Messi non ha brillato. Anzi, ha sbagliato un gol facile
facile, giocando una partita opaca.
Ancora una volta,
in una partita decisiva con la “camiseta” dell’Argentina sulle spalle, il 10
non è stato all’altezza della sua fama.
Ha vinto, è vero,
e perciò va celebrato. Giusto così. Dopo tanto fango che gli era arrivato addosso.
Ma lasciamo stare
Diego, lassù, in un Olimpo dove sembra davvero impossibile arrivarci. Anche per
Leo.
E Neymar? E il Brasile? Stendiamo un velo pietoso.
Nulla di nulla, in una partita di una bruttezza infinita.
Speriamo che stasera le regine d'Europa ci regalino un altro spettacolo.