Tennis
Berrettini l'antidivo
Ritratto particolare del tennista romano, primo italiano in finale a Wimbledon
Pubblicato il 11.07.2021 09:54
di Carlo Scolozzi
Si chiama Marco Berrettini e di professione fa l'antidivo. Non ha l'insolenza di un Fognini, né le potenzialità di un Sinner, ma oggi a Wimbledon è in finale contro Djokovic, mica pizza e fichi. Nole ha voglia di uno slam storico ed è pronto a prendere a pallinate il romano.
Questo ritratto particolare vuole però uscire dagli schemi tennistici: qui non si parla di volée, rovesci e dritti, qui si analizza un fenomeno sociale e sportivo. Nel giorno in cui gli azzurri si giocano l'Europeo con l'Inghilterra l'Italia guarda innamorata a Berrettini, quasi più che agli scatenati Mancini boys.
Proprio l'altroieri parlavo con un amico di Latina, storico federeriano e ci siamo ritrovati a discutere di Berrettini. Il ragazzo dalla faccia pulita ha conquistato un Paese, un popolo che non aveva mai visto giungere in finale a Wimbledon neanche i grandi come Panatta e Pietrangeli.
Matteo non spacca racchette alla Fognini, non insulta gli arbitri e, nonostante sia di Roma, non tifa né per la Lupa né per la Lazio, preferisce una più umile Fiorentina. Incrocerà la racchetta con un gigante del tennis mondiale, Nole dalla faccia sporca, con quel ghigno e quei lineamenti da duro della frontiera che sembrano fuoriusciti dalle pagine ingiallite di un vecchio Tex. Potrà finire malissimo, ma l'impresa Berrettini l'ha già compiuta: di lui è innamorata l'Italia, alla quale il risultato di Wimbledon è l'ultimo dettaglio che interessa.
Chi scrive non è appassionato di tennis e neanche un competente, ma se trova un articolo su Berrettini non se lo lascia scappare. Potere di un ragazzo dalla faccia pulita che ha vestito i panni dell'eroe nella prima metà di un caldo luglio.
Istruzioni dell'uso di questo articolo potete leggerlo dopo la finalissima, qui non si introduce un evento sportivo, ma la bellezza, la grande bellezza di uno speciale ragazzo normale.