Twitter compie 15 anni
Pensieri sintetici
Quando un social rivoluziona la comunicazione
Pubblicato il 15.07.2021 11:16
di Angelo Lungo
Nel tempo della rete le rivoluzioni avvengono in maniera anomala: all'improvviso, sembrano innocue eppure il loro effetto è dirompente.
Un lampo, un'idea, un'intuizione: 15 luglio 2006 Jack Dorsey lancia Twitter, da allora circa 300 milioni di persone cinguettano. Un cinguettio sintetico, bisogna essere parchi, scevri di logorrea, un pensiero va espresso al massimo con 280 caratteri.
Il pianeta social scopre un nuovo strumento.
La realtà virtuale consente di esprimersi senza la necessità di considerare ciò che gli altri pensano: il trionfo dell'autoreferenzialità, la persona si ritira nel suo mondo.
Si costruisce un'identità, dipingendo un quadro che è possibile ritoccare continuamente. Si ha l'illusione di calcare un palcoscenico dove ci si può presentare come si vuole: attraverso immagini, frasi, video. Il proprio vissuto viene dato in pasto al pubblico: senza filtri.
Si crea un paradosso: si ha il bisogno di farsi vedere all'altro, ma un altro indefinito.
Lo psicanalista Massimo Recalcati sostiene che si tratta dell'esplosione dell'ego, un urlo poderoso: ecco quello che sono. Le immagini e i pensieri sono ripetitivi, diventano una sorta di rito, non ci sono variazioni, c'è solo uno scopo: essere guardati.
Secondo Umberto Galimberti, questi mezzi sono condizionatori del pensiero, lo trasformano: da strutturato e sequenziale a generico e vago. Alterano il nostro modo di fare esperienza: avvicinano il lontano e allontanano il vicino.
Un ribaltamento del concetto di socialità: non è necessario incontrarsi dal vivo, ma è possibile rimanere sempre in contatto.
Scrive il sociologo Zygmunt Bauman: “Molte persone usano i social network non per unire e per ampliare i propri orizzonti, ma piuttosto per bloccarli in quelle che chiamo zone di comfort, dove l'unico suono che sentono è l'eco della propria voce, dove tutto quello che vedono sono i riflessi del proprio volto”.
Il mantra di Twitter è l'immediatezza, non si deve perdere tempo. Si scrive solo quello che serve: commenti; giudizi ora formali, ora sostanziali; suggerimenti; riferimenti.
Nessun racconto, nessuna narrazione. Si evidenzia, si rilancia, si danno spunti, l'approfondimento è altrove.
I massmediologi riportano che Facebook è utilizzato dal popolo, mentre Twitter è adoperato dalle élite. Ma la democrazia è salva e garantita: dato che l'accesso rimane pur sempre gratuito.
Canta De Gregori: “Il futuro è un palla di cannone accesa e noi la stiamo quasi raggiungendo”.