CALCIO: QUI BELLINZONA
La sfida di Bentancur: vincere e soprattutto... convincere
Oggi il club granata ha annunciato il nuovo allenatore e dieci giocatori
Pubblicato il 16.07.2021 04:00
di Luca Sciarini
Oggi il Bellinzona ha finalmente ufficializzato l’arrivo del nuovo allenatore Joao Paiva e di ben dieci nuovi giocatori (Nicolò Di Benedetto, Kevin Guidotti, David Gocic, Tommaso Centinaro, Simone Musumeci, Robin Wildhaber, Ignacio Beltramelli, Emiliano Mozzone, Martin Bueno e Eric Tia).
Tanti giovani da ogni parte della Svizzera e non solo, per un mix che si spera possa rivelarsi vincente.
Perché se questa non è una vera e propria rivoluzione, poco ci manca.
Con la società che negli scorsi giorni è passata in mano alla Supergoal di Pablo Bentancur, inizia nella capitale una nuova éra. E questo nonostante non ci sia ancora il nome del nuovo presidente.
Paolo Righetti resta in sella fintanto che non si sarà trovato il suo sostituto e chissà che un giorno decida di vendere anche le sue quote: le uniche, a parte l’1% simbolico in mano a Delcò, che ancora mancano a Bentancur.
Le curiosità di questi tempi vanno di pari passi con le incognite, che sono spesso  vicine parenti delle preoccupazioni. Perché le novità, se da una parte affascinano, dall’altra spaventano.
Come ha detto ieri Righetti, la vecchia società era ormai arrivata al capolinea. Sia di forze economiche che di energie. Un gruppo di dirigenti che aveva forse fatto, almeno questa è la sensazione, un paio di stagioni di troppo.
Bravissimi a riprendere in mano una società fallita dopo la disgraziata gestione Giulini, la dirigenza indigena è riuscita a riportare in pochi anni il Bellinzona alla soglia della Swiss Football League. Un onere che non tutti si sarebbero accollati e per cui meriteranno la gratitudine eterna.
È ovvio che con Bentancur, procuratore di fama mondiale, le cose sono destinate a cambiare.
Pablo è uno abituato a vivere il calcio ai più alti livelli e nonostante abbia già avuto nel suo curriculum cinque società, l’avventura bellinzonese non si preannuncia per niente facile.
Ne è ovviamente cosciente anche lui e da uomo che non è mai fuggito nemmeno davanti alle sfide più complicate, farà di tutto per vincere anche questa. E se non è scontato che un buon procuratore sia anche un buon dirigente, soprattutto in una realtà diffidente e ferita come quella bellinzonese, è anche vero che la sua esperienza e il suo entusiasmo potranno essere un propellente fondamentale. Almeno nella fase iniziale del suo progetto.
Di consigli è difficile dargliene, anche perché pochi in Svizzera possono vantare la sua esperienza nel calcio.
Se proprio ci obbligassero, allora gli diremmo, con tutto l’affetto del mondo, di aver pazienza. Di costruire dalle fondamenta, di diventare credibile con il tempo e possibilmente di coinvolgere la gente del posto.
Poi il calcio è anche fortuna: trovare l’allenatore giusto, creare quell’intesa tra i giocatori e caricare l’ambiente. Di intrugli segreti o misteriosi non ce ne sono: chiedere all’Italia di Mancini.
Il tempo per rilanciare il Bellinzona, per fortuna, c’è ancora. Bentancur ha una grossa responsabilità: non è quella di vincere, almeno non nell’immediato. Ha la responsabilità di ridare credibilità a una società storica che merita finalmente di ritrovare l’orgoglio perduto e una certa stabilità. Sembra facile ma non lo è.
Ecco perché è impossibile, in questo momento, non fare il tifo per lui.