Filippo Lombardi
ce l’ha fatta.
L’11 settembre
prossimo l’Ambrì inaugurerà la nuova pista. Dopo anni di dubbi, sacrifici e una
battaglia che il presidente ha preso in mano da tempo e che alla fine è
riuscito a vincere.
In una intervista
a Watson.ch, Lombardi ripassa un po’ l’attualità leventinese, mettendo l’accento
sul finanziamento della pista. Aspetto decisamente fondamentale per la costruzione
dell’impianto e la sopravvivenza dell’Ambri.
“Ci manca ancora
un milione e mezzo di IVA che non possiamo reclamare, ma ormai possiamo dire di
avercela fatta. Devo dire grazie a tutti quelli che ci hanno aiutato. Importantissimo
è stato il sì iniziale di Ermotti di UBS, che ha capito che il loro
finanziamento sarebbe stato di natura sociale, per tutta la Valle. Da quel
momento è stato più facile convincere anche le altre banche”.
Il mosaico del
finanziamento è piuttosto complesso.
“Circa il 38%
sono prestiti bancari, il 35% sovvenzioni mentre il resto sono mecenati e
investitori. Dodici invece le banche che hanno partecipato al finanziamento: UBS,
Credit Suisse, CIC Bank, Banca dello Stato, sette banche locali della Raiffeisen
e la banca WIR”.
Ricordando che la
nuova pista potrà contenere 6775 persone, come il codice postale di Ambrì e che
è costata circa 50 milioni, spiega come la nuova struttura finanzierà la
società.
“Le entrate del
pubblico (ticketing, merchandising, Hospitality e Catering faranno circa il 75%
delle entrate, il resto arriverà da sponsor e televisione. Potremo inoltre
vendere 1000 abbonamenti in più rispetto alla vecchia Valascia”.
A proposito della
nuova pista, per il momento non si è ancora trovato uno sponsor che le dia il
nome. Come confermato dal presidente, il valore del “naming” è attorno ai
600-800 mila franchi. Anche perché la posizione, molto visibile per chi passa
in autostrada, non è certo un aspetto trascurabile.
Dal punto di
vista sportivo, Lombardi è tornato a parlare della coppia Duca-Cereda, un duo
che si integra perfettamente e che è stato importante anche dal punto di vista
finanziario.
“Duca ha lavorato
molto bene, ha sempre saputo che siamo la squadra con il budget più basso della
categoria e ha agito di conseguenza. Anche chi non credeva che eravamo i più “poveri”
adesso ha potuto constatare, attraverso le cifre dell’ufficio federale per lo
sport (per il prestito covid) che è effettivamente così”.
Lombardi ha
risposto un paio di volte con un laconico (“passiamo alla prossima domanda”),
quando gli intervistatori gli hanno chiesto del suo fallimento alle votazioni
federali di due anni fa e della sua situazione personale.
“Non mi sono mai
permesso una Mercedes o una Ferrari, non sono uno che fa follie. La Maserati è
l’auto ufficiale dell’HC Lugano, noi ci limitiamo a marche come Skoda o Volvo”.
Dopo aver
ripassato la sua vita da giornalista, piuttosto nota qui in Ticino, da
direttore del Giornale del Popolo a fondatore di Teleticino, Lombardi ha chiuso
parlando di Vicky Mantegazza, presidente dei bianconeri.
“Si era un po’
arrabbiata, scrivendolo subito su Facebook, quando Ueli Maurer arrivò in Ticino
per una visita ufficiale con la cravatta dell'Ambrì. Con suo papà Geo c’è
sempre stata grande amicizia, già da ragazzi, poi ovviamente esiste una
rivalità sportiva”.
Addirittura si
disse ai tempi che Geo Mantegazza salvò, con una donazione, l’Ambrì dal
fallimento.
“Non è vero, sono
soltanto leggende. L’ho potuto appurare personalmente quando sono diventato
presidente del club”.