I Giochi olimpici rappresentano un avvenimento ambito e
desiderato, è lo sport che pone al centro del mondo un paese. Le Olimpiadi
giapponesi, invece, si aprono tra incognite e incertezze. La speranza di un
ritorno a una parvenza di normalità, si scontra con l'apprensione che sembra
sfociare nel disinteresse da parte degli appassionati locali. Schiacciato tra
Usa e Cina, il paese voleva proporsi prepotentemente sulla scena
internazionale. La pandemia ha sconvolto un simile progetto. La celebre
scrittrice Randy Taguchi osserva che nel 2013, ai tempi dell'assegnazione
dell'organizzazione della rassegna, la soddisfazione era evidente. L'idea era
quella di una rinnovata ribalta. L'auspicio di una rinascita: dopo tragedie
come il terremoto o l'incidente nucleare a Fukushima del 2011. Ma nel contesto
attuale, di emergenza sanitaria, le persone si chiedono a cosa servono. La
maggioranza si comporta come come se i giochi non ci fossero.
Un'edizione che si connota per l'assenza del pubblico: ci
saranno solo spettatori televisivi.
Il Giappone è un paese dalla storia millenaria, con una cultura
raffinata, complessa, simbolica e molto attenta ai dettagli. Vive una grande
contraddizione: da un lato è ipertecnologico, immerso in una modernità folle;
dall’altro è molto rispettoso delle sue antichissime tradizioni. La sua
lontananza è solo apparente. I corsi di lingua giapponese suscitano un grande
interesse da parte dei giovani europei, profondi conoscitori del loro fumetto:
i Manga.
Ogni attività è contraddistinta da una visione artistica. È
arte: l’artigianato; lo scrivere ossia la calligrafia; le composizioni
floreali; la tenuta di un giardino; la cerimonia del tè; il cibo, i piatti
hanno una composizione stagionale e i colori sono scelti in base a criteri
precisi. In maniera sottile la loro vita è una continua espressione artistica.
Niente effetti speciali per la cerimonia di inaugurazione, come
garantisce l'italiano Marco Balich, chiamato a sovraintendere lo spettacolo,
nessun sfarzo, ma rispetto della tradizione, dell'eleganza, della cultura dei
giapponesi.
I numeri indicano la presenza di circa 11500 atleti, confinati
in un villaggio blindato. Imponenti le misure di sicurezza.
Nell'epoca delle passioni tristi, la speranza sta proprio nelle
prestazioni dei partecipanti, nel loro spirito di competizione. Sognatori che
hanno speso anni della loro vita per prepararsi a un evento che rappresenta
l'apice della carriera per ogni sportivo e che vogliono esserci.
Chiosa il Barone Pierre de Coubertin: “La cosa essenziale nella
vita non è conquistare ma combattere bene”.