BASKET
"Ken Brady era uno di noi, un vero pezzo di pane"
Parla il presidente dei Tigers e ex compagno Alessandro Cedraschi
Pubblicato il 27.07.2021 09:27
di L.S.
La scomparsa di Ken Brady, 71 anni, ha fatto velocemente il giro del nostro cantone e non soltanto in ambito cestistico.
Anche chi non era proprio un amante del basket aveva già sentito il nome di quel ragazzone di 210 cm che nel lontano 1975 era arrivato in Ticino dal Michigan per giocare nella Federale.
Lo conosceva bene Alessandro Cedraschi, che in quell’anno giocava proprio nella squadra di Lugano.
“Avevamo appena vinto la Coppa Svizzera ma in quell’estate cambiammo Lawrence e Moore per Brady e Raga. Direi che ci abbiamo decisamente guadagnato e abbiamo capito subito di avere in squadra due fenomeni”.
Che impressione fece Brady al suo arrivo?
“Aveva un fisico statuario di due metri e dieci, senza un filo di grasso, un vero e proprio totem. Non aveva forse una tecnica sopraffina ma era un uomo squadra: grazie a lui io e Stockalper in quel periodo abbiamo realizzato tantissimi punti. In Svizzera c’erano soltanto Williams e Sanford che potevano tenergli testa come pivot”.
Con la Federale Brady vinse un campionato e una coppa e poi anche con il Viganello. Giocò in Spagna e nella Scavolini ma fece sempre ritorno in Svizzera.
“Si era adattato benissimo al nostro cantone e al nostro modo di vivere. Ogni tanto faceva ritorno negli Stati Uniti per qualche mese ma poi tornava sempre. Ormai era diventato uno di noi. Nella sua vita ha fatto tanti lavori, era uno che si adattava. Dal punto di vista umano era un autentico pezzo di pane”.
(nella foto RSI Ken Brady durante una puntata di "Sport non stop")