Arsène Wenger è uno dei candidati alla successione di Vlado
Petkovic? Leggendo le sue proposte innovative è cosa da fare immediatamente. Il
francese è al momento “Responsabile dello sviluppo mondiale del calcio dalla
FIFA”. E in quanto tale avanza idee divertenti, quelle che come allenatore ha sempre
proposto, specialmente nelle ultime stagioni all’Arsenal. È il suo modo di
affermarsi nel mondo ora che ha 72 anni e il dubbio che il grande futuro sia
alle spalle è da rigettare fermamente.
In sostanza, Wenger, che ne sa una più dell’altro Arsène,
propone: 1) permettere alle traiettorie dei calci d’angolo di fuoriuscire dalla
linea di fondo; 2) permettere di giocare velocemente una punizione per sé
stessi; 3) autorizzare le rimesse laterali con i piedi. Roba forte.
Sul punto 3, okay, già lo si fa fino agli allievi E, solo
che non è del tutto chiaro se poi dette rimesse possano fuoriuscire e
rientrare. Nel caso di assunzione della regola, e nel caso di promozione a
coach della Svizzera, spiegare bene e con esercizi adeguati da applicare nei
ritiri a gente come Mbabu o Zuber ormai abituati malamente a rimettere in gioco
con le mani. Si può fare, non disperiamo.
Il punto 1 è assolutamente necessario perché a ogni partita
ci sono almeno tre gol annullati per questa volubile palla che esce e rientra a
comodo suo ed è un peccato per la frantumazione dello spettacolo. Se fosse in
voga da un ventennio, Beckham giocherebbe ancora adesso grazie alle sue
traiettorie che da Wembley raggiungono Old Trafford per poi rientrare al punto
di partenza intanto che, per ingannare l’attesa, si sviluppano tornei di bridge
a centroarea. Shaqiri è ampiamente d’accordo e il Liverpool potrebbe anche non
venderlo.
Ma il vero spettacolo lo paventa il punto 2, e il segreto
sta nell’avverbio “velocemente”. Cioè: bisogna toccarsi la palla e poi
inseguirla come Usain (altro possibile reintegro nel magnifico mondo del
calcio). Lentamente non vale, è chiaro, tipo che se uno se la tocca ma piano,
oppure dopo aver discusso dei massimi sistemi con un compagno di squadra
recalcitrante alle ingiustizie sociali, allora non vale e si riparte con
un’altra punizione che si può battere con i parametri suddetti. Durante i test
di applicazione di questa potenziale regola rivoluzionaria si è rimasti sul
posto di battuta per una decina di giorni, con allucinazioni uditive e messaggi
in bottiglia alle famiglie disperate. Poi chiaro, bisogna anche che uno abbia
piena coscienza di sé o non sia preda di qualche forma dissociativa, altrimenti
deve tornare alla moda vecchia e passarla a un compagno, o a un avversario,
come spesso capita.
Dunque, a questo punto, la Svizzera deve assolutamente
assumere Arsène, che è avanzatissimo e trasmetterebbe le cognizioni ai nostri
mentre gli altri saranno ancora a buttare palloni di qua e di là senza
adeguarsi per tempo alle sorti progressive.
In pratica, siamo già qualificati per il Qatar.