Calcio
Un ragazzo speciale di nome Messi
Il suo pianto è il pianto di tutti noi innamorati
Pubblicato il 08.08.2021 14:51
di Giorgio Genetelli
Con quelle spalle da uccellino in un vestito troppo grande (ci scuserà De Gregori) Messi fa compassione. E spiace che in molti parlino dei tanti soldi che ha guadagnato e dei tanti ai quali avrebbe rinunciato pur di continuare a giocare nel Barcellona, come se la questione sia da ridurre a moneta, come se il calcio non sia sollievo e oppio. I puri di cuore lo capiscono, i malevoli invece spulciano la pulce come se fossero suoi tutori.
La conferenza stampa di addio è un piccolo dramma per noi ma un grande dramma per lui, che si pulisce il naso e gli occhi con un fazzolettino che gli ha passato sua moglie, come una mamma col suo ragazzo più sensibile. Non sono lacrime di convenienza, sono lacrime vere che incrinano la vocina del più grande calciatore del mondo frantumandone l’eloquio, che già di per sé non è certo socratico.
Messi era arrivato al Barça dodicenne, magro e piccolo. Il club l’ha aiutato a crescere come uomo e come atleta e lui ha ripagato non solo con il suo gioco inimitabile, ma soprattutto con la sua straordinaria umiltà e dedizione. Per essere come lui non bastano i soldi, altrimenti qualsiasi miliardario con pancetta potrebbe vincere la Copa America o qualcosa così. Per essere come lui bisogna avere voglia, oltre al talento. E forza.
Per questo piange, anche per questo: sa che da qualche parte sarà giudicato per i soldi che guadagna, non per la poesia che ha proposto per vent’anni. Certo, andrà a giocare dagli emiri o dagli sceicchi, come facevano tutti i grandi artisti che hanno segnato la storia al servizio di re e papi e che ci hanno lasciato bellezze che ci aiutano a vivere molto più dei conti in banca. Messi è la purezza del calcio, quando gioca e quando parla soffiandosi il naso come un qualsiasi bambino che lascia la famiglia.
Il pianto di Messi è il pianto di tutti noi innamorati, che in qualche momento della nostra vita ci siamo senti piccoli e abbandonati con addosso un vestito troppo grande, ma non abbastanza per contenere la malinconia.