Adesso è ufficiale. Murat Yakin, 46 anni, è il nuovo allenatore della
nazionale svizzera di calcio.
L’allenatore dello Sciaffusa prende il posto di Vladimir Petkovic, finito
al Bordeaux (che ieri ha perso nel debutto casalingo per 2-0).
Marco Grassi, ex nazionale svizzero, che ieri ha festeggiato 53 anni (nello
stesso giorno in cui Federer ha compiuto i suoi 40!), difende la scelta della federazione.
“Credo che Murat abbia l’esperienza giusta per affrontare questo tipo di
esperienza. In Svizzera ha pur sempre allenato Basilea e Grasshopper e conosce
molto bene l’ambiente e i giocatori. Certo, non è un nome di richiamo
internazionale, ma in questo momento è forse la scelta migliore”.
Qualcuno storce il naso perché stava allenando in Challenge League.
“Si erano fatti nomi importanti, come quello di Wenger ed è ovvio che Yakin
non possiede questo palmarès. Lui era allo Sciaffusa perché aveva una relazione
particolare con questo club e i suoi proprietari e comunque era sempre in
attesa della chiamata giusta. Che adesso è finalmente arrivata”.
Dopo Hitzfeld e Petkovic, uno svizzero torna in panchina.
“Ricordo benissimo che c’era dello scetticismo anche quando sulla panchina
si sedette Köbi Kuhn, che poi alla fine riuscì a fare un ottimo lavoro creando
l'ambiente giusto e i presupposti per la crescita della nostra nazionale”.
Voi avete giocato assieme in Nazionale: che tipo era Murat?
“Siamo stati assieme verso la fine della mia carriera, in quanto lui ha
sette anni meno di me. A parte essere stato un ottimo giocatore, Murat è sempre
stata una persona molto tranquilla. Non era uno che parlava molto nello spogliatooio. Anche in
panchina, da quel poco che mi ricordo, mi pare un tecnico tranquillo, uno che
non si agita troppo”.
Che traguardi gli si possono chiedere?
“Per la nostra federazione e per l’immagine che ci siamo creati in questi
anni, è fondamentale la qualificazione ai prossimi Mondiali del Qatar. Sappiamo
che non è facile e che essendo nel girone dell’Italia forse dovremo disputare gli
spareggi, ma ormai ci siamo abituati e la squadra ha le qualità e la maturità giuste
per arrivarci. Sarà fondamentale soprattutto per lui non fallire questo
traguardo, altrimenti sarà difficile continuare alla guida della nazionale”.