Marchesano e Bottani in rossocrociato? Sarebbe bello, ma per
ora lo suggerisce solo l’Armando Cantonale, che è un giornalista visionario,
sì, ma mica un mammasantissima della Nazionale, a meno che parlando al vento si
voglia far intendere alla suocera Pier, che a sua volta potrebbe convincere la
nuora Murat. O viceversa, boh.
Sta di fatto che i nostri due campioni sono partiti al
galoppo in questa nuova stagione, con la freschezza dei ventenni che non sono
più. E qui ci sta il purtroppo: hanno trent’anni (30) compiuti. Sono vini a
maturazione lenta, oppure sono all’ultima sorsata prima dell’aceto? Di certo
mai sono stati così brillanti, così forti nella testa e nei muscoli (e sono due
nanetti), così definiti nel loro stare in campo, e per la prima volta sono
davvero dei punti di riferimenti nelle loro squadre.
Antonio Marchesano, a Zurigo aveva già disputato alla grande
le due stagioni precedenti, e adesso sembra che Breitenreiter gli abbia dato
tutte le chiavi del gioco. Antonio è uno che se la caverebbe anche da difensore
centrale, ha un’intelligenza tattica che andrebbe studiata al Cern; oltre a
piedi delicati, è un motore sempre acceso che con un colpo di gas va ad
occupare gli spazi corretti, dai quali dispensa tocchi e allunghi precisi per i
compagni. Sulle palle inattive è un diavolaccio, in area è gelido, dal
dischetto non sbaglia mai. È il prototipo del giocatore imprevedibile, un
bassotto col fiuto del gioco.
Mattia Bottani invece è diverso, anche se i due sono legati
da un’amicizia fraterna che li ha portati ad essere quasi parenti nel modo di
giocare. Quasi, appunto. Mattia è più trequartista, a volte seconda punta; è
più classico di Antonio, meno tignoso; però anche lui raccorda bene il Lugano
in fase di attacco, è bravissimo nella corsa palla al piede ed è cresciuto
anche nei movimenti negli spazi. Il grande salto è stato trovare freddezza
nell’ultimo tocco, caratteristica che gli è sempre pesata in negativo nelle
valutazioni del suo gioco. Il Lugano, senza di lui, specialmente nella scorsa
stagione, era una squadra rattrappita in difesa e con grosse difficoltà nel
gioco di transizione. Bottani è diventato di corsa e di governo e ha la fiducia
di Braga, non poco.
Tonino e il Pibe hanno cambiato marcia, okay. Ma Murat
convocherà due trentenni a zero presenze in Nazionale maggiore, per bravi che
siano? L’Armando Cantonale ci crede. Ma quante volte si mette in tavola un
bottiglione d’annata ripescato in cantina e poi, pluf, aceto, o marsala. Se
Murat sa di vini, non avrà certo intenzione di sbagliare scelta alla prima
cena, luogo magico o meno. Suocere e nuore ci tengono sempre a far bella
figura.