CALCIO
Marchesano e Bottani in Nazionale
Murat Yakin deve fare le convocazioni: c'è chi spera nel miracolo e chi...
Pubblicato il 18.08.2021 07:50
di Giorgio Genetelli
Marchesano e Bottani in rossocrociato? Sarebbe bello, ma per ora lo suggerisce solo l’Armando Cantonale, che è un giornalista visionario, sì, ma mica un mammasantissima della Nazionale, a meno che parlando al vento si voglia far intendere alla suocera Pier, che a sua volta potrebbe convincere la nuora Murat. O viceversa, boh.
Sta di fatto che i nostri due campioni sono partiti al galoppo in questa nuova stagione, con la freschezza dei ventenni che non sono più. E qui ci sta il purtroppo: hanno trent’anni (30) compiuti. Sono vini a maturazione lenta, oppure sono all’ultima sorsata prima dell’aceto? Di certo mai sono stati così brillanti, così forti nella testa e nei muscoli (e sono due nanetti), così definiti nel loro stare in campo, e per la prima volta sono davvero dei punti di riferimenti nelle loro squadre.
Antonio Marchesano, a Zurigo aveva già disputato alla grande le due stagioni precedenti, e adesso sembra che Breitenreiter gli abbia dato tutte le chiavi del gioco. Antonio è uno che se la caverebbe anche da difensore centrale, ha un’intelligenza tattica che andrebbe studiata al Cern; oltre a piedi delicati, è un motore sempre acceso che con un colpo di gas va ad occupare gli spazi corretti, dai quali dispensa tocchi e allunghi precisi per i compagni. Sulle palle inattive è un diavolaccio, in area è gelido, dal dischetto non sbaglia mai. È il prototipo del giocatore imprevedibile, un bassotto col fiuto del gioco.
Mattia Bottani invece è diverso, anche se i due sono legati da un’amicizia fraterna che li ha portati ad essere quasi parenti nel modo di giocare. Quasi, appunto. Mattia è più trequartista, a volte seconda punta; è più classico di Antonio, meno tignoso; però anche lui raccorda bene il Lugano in fase di attacco, è bravissimo nella corsa palla al piede ed è cresciuto anche nei movimenti negli spazi. Il grande salto è stato trovare freddezza nell’ultimo tocco, caratteristica che gli è sempre pesata in negativo nelle valutazioni del suo gioco. Il Lugano, senza di lui, specialmente nella scorsa stagione, era una squadra rattrappita in difesa e con grosse difficoltà nel gioco di transizione. Bottani è diventato di corsa e di governo e ha la fiducia di Braga, non poco.
Tonino e il Pibe hanno cambiato marcia, okay. Ma Murat convocherà due trentenni a zero presenze in Nazionale maggiore, per bravi che siano? L’Armando Cantonale ci crede. Ma quante volte si mette in tavola un bottiglione d’annata ripescato in cantina e poi, pluf, aceto, o marsala. Se Murat sa di vini, non avrà certo intenzione di sbagliare scelta alla prima cena, luogo magico o meno. Suocere e nuore ci tengono sempre a far bella figura.