CALCIO
Grazie Presidente, ora non sparisca
Renzetti oggi cede ufficialmente, dopo un decennio, il club a Joe Mansueto
Pubblicato il 18.08.2021 08:37
di Luca Sciarini
Come si sentirà oggi Angelo Renzetti, quando alle 16 al Palazzo dei Congressi dovrà ridare le chiavi del “suo” FC Lugano?
Chi l’ha visto in questi giorni girare per la città, ha notato un presidente tutto sommato rilassato, nonostante il grande dispiacere patito per la scomparsa del sindaco Borradori.
Tornano in mente le foto di un paio di mesi or sono, quando sorseggiando un cocktail a Pescara era convinto di aver venduto il Lugano al brasiliano De Souza. Che lui, forse per voler scacciare definitivamente quell’incubo, continua a chiamare Da Silva. Era felice e parlava di “nuovo capitolo della mia vita”.
Sappiamo tutti come andò a finire quella trattativa e quali tormenti provocò al buon Angelo, che con la responsabilità di chi ha gestito col cuore e col portafoglio il club negli ultimi undici anni, si è rigettato prontamente in trincea.
Elmetto e fucile, il presidente è tornato a battagliare per la sopravvivenza del suo club, ammonendo che sarebbero arrivati tempi durissimi e che la guerra non l’avrebbe potuta vincere da solo.
Si pensava a un autunno rigido, con temperature freddissime e con un esercito che giocoforza sarebbe stato ridotto all’osso.
E qui è venuto fuori ancora una volta Renzetti l’imprenditore, l’uomo che nel momento delle difficoltà trova sempre il colpo di genio. C’è chi lo chiama di fortuna? Tant’è.
Una cosa è certa: a Renzetti, dopo i meritati applausi per quello che era riuscito a fare con il Lugano, gli si chiedeva un’uscita in pompa magna, una cavalcata da fiero vincitore.
Oggi Renzetti, accanto ai nuovi acquirenti americani (Joe Mansueto sarà collegato via Skype), coronerà la sua promessa. Quella di lasciare il club in mani solidissime, a gente che forse cambierà qualche nostra abitudine ma che garantisce di scrivere un nuovo (e si spera ambizioso) capitolo nella storia di questo glorioso e ogni tanto tormentato club.
Tirerà un sospiro di sollievo, pensando a quel fardello portato per tanti anni sulle sue spalle. Potrà finalmente godersi quella pensione che brama e merita e tornare a prendersi cura della propria salute che tanto lo aveva giustamente preoccupato negli ultimi tempi.
Poi tornerà probabilmente a Pescara, dove in riva al mare potrà finalmente gustarsi serenamente quel cocktail che forse, stavolta, avrà un gusto più dolce.
Buona vita presidente. Si faccia vedere ogni tanto allo stadio e ci dia ancora una mano per la costruzione del nuovo Cornaredo.
La aspettiamo tutti con piacere. Non sparisca.